Ancona.- Uno su dieci ce la fa. Avere un rapporto di lavoro stabile nelle Marche sembra essere una chimera con appena l’11% che strappa un contratto a tempo indeterminato nel 2023 nonostante il dato positivo della crescita del numero di occupati e il crollo dei disoccupati.
È quanto evidenzia l’Ufficio Studi della Uil Marche nell’analizzare i dati Osservatorio del Precariato Inps, secondo cui nel 2023 le aziende marchigiane hanno assunto 218.374 persone con una media di stabilizzazioni inferiore rispetto a quella del Centro Italia e del resto del Paese.
“Nelle Marche – spiega Antonella Vitale, responsabile dell’Area Mercato e Lavoro della Uil Marche – la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati è nettamente sotto la media del Paese: la nostra regione è 14esima per incidenza di contratti a tempo indeterminato sui nuovi rapporti di lavoro.
Anche l’incidenza dei contratti a termine sul totale è inferiore alla media nazionale: le Marche sono 12esime nell’utilizzo di tale forma di tale forma di contratto. Questi dati sono la migliore risposta a chi afferma che non si riesce a trovare manodopera giovanile nelle Marche”.
Nel dettaglio, sul totale delle nuove assunzioni quelle a tempo indeterminato sono una quota ridotta: solo 24.832 e sono così distribuite tra le 5 Provincie: nella Provincia di Ancona ci sono state 7.421 assunzioni a tempo indeterminato, nella Provincia di Ascoli-Piceno 3.249, nella Provincia di Fermo 2.833, nella Provincia di Macerata 5.431 ed infine in quella di Pesaro-Urbino 5.898 assunzioni. La tipologia di contratto maggiormente utilizzato è il contratto a termine, con 85.948 assunzioni.
“Le condizioni dettate dal mercato del lavoro – aggiunge Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – sono orientate verso il lavoro povero, al di sotto dei livelli di altre regioni e con un carattere di precarietà più accentuato. Servono politiche vere e mirate da parte della Regione Marche e da parte degli imprenditori. L’impresa deve investire e credere nel proprio personale, migliorando la propria politica di gestione e applicando un’adeguata retribuzione salariale e stabilizzando i contratti a termine”.