Recanati (Mc).- Inaugurata la mostra “Io, Giacomo” dell’artista Antonio Greco nella Stanza del ‘900, spazio espositivo destinato alle arti moderne e contemporanee sito nel piano della Biblioteca di Casa Leopardi.
La personale di Greco prende forma nel 2014 dall’incontro fra l’artista e Vanni Leopardi, pronipote del Poeta e custode delle sue memorie. Una coincidenza che ha dato vita ad una vera amicizia fra il giovane pittore e il discendente.
L’opera di Greco, attraverso un sottile gioco di calcolate associazioni e di rimandi fra oggetti e luoghi di affezione leopardiani, indaga i più importanti temi esistenziali: lo scorrere del tempo, lo sdoppiamento fra inconscio e natura, il conflitto fra l’esistere terreno di tutte le umane cose e il potere vivificante dell’immaginazione.
Prendono vita in questo scenario, svelati da una selezione di opere densissime di significato, alcuni degli oggetti cari a Giacomo Leopardi: i suoi libri, la sfera armillare, lo scheletrino d’argento, la pendola e la scacchiera; elementi della quotidianità del genio recanatese osservati da una prospettiva altra, quella della sensibilità dell’artista che li restituisce allo sguardo dello spettatore come elementi carichi di simbologie diverse, intrecciate ai vari aspetti della vita.
“Dopo la nuova esperienza delle mostre collettive di arte contemporanea che abbiamo ospitato in questo ultimo biennio siamo pronti a riaprire le sale del nostro palazzo a un artista che aveva a suo tempo stretto un’amicizia con mio padre. Insieme hanno pensato a questo progetto che oggi, finalmente, vede la luce. – ha affermato la contessa Olimpia Leopardi discendente del Poeta – La sensibilità di Antonio Greco, caratteristica che già colpì mio padre Vanni, si traduce in immagini pittoriche di indubbio impatto, capaci di declinare alcuni dei temi cardine del pensiero di Leopardi attraverso un mezzo espressivo apparentemente lontano dagli strumenti del poeta e dello scrittore, ma in realtà a lui prossimi.
Giacomo osservò quegli oggetti che Antonio ha rappresentato, toccò quelle pagine e ne fece suoi i contenuti, insegnò il gioco degli scacchi alla marchesa Gertrude Cassi Lazzari e, complice quel gioco, sperimentò per la prima volta l’amore. Mi piace pensare che queste opere riportino a Casa Leopardi una parte di ciò che Giacomo è stato”.
nella foto : l’opera “Profondissima quiete”