Ancona.- Cgil, Cisl e Uil Marche erano presenti oggi alla seduta del Consiglio regionale per ascoltare la posizione della Regione rispetto ai punti previsti all’Ordine del giorno.
E questo , spiegano i sindacati a causa della” mancata risposta alle richieste inviate alla assessora alle Pari Opportunità ma anche, il 2 maggio scorso, al Presidente Acquaroli, al Presidente Latini e all’assessore Saltamartini di cui non abbiamo avuto alcun riscontro, sulla piena applicazione della L. 194 e la possibilità delle associazioni di operare all’interno dei consultori familiari, in linea con l’emendamento inserito dal Governo nazionale nel decreto sulle misure finanziate dal Pnrr e approvato dal Senato.”
Le organizzazioni sindacali ribadiscono che la norma “non deve rappresentare il tentativo in questa regione, di confondere il supporto e sostegno alla maternità con con il divieto all’interruzione di gravidanza, creando un lasciapassare alle suddette associazioni all’interno dei consultori e colpevolizzando le donne. Ciò rappresenterebbe un attacco al diritto di autodeterminazione delle donne ma, anche, un attacco alla sanità pubblica e all’organizzazione dei consultori, svuotati di personale e di garanzie del diritto alla salute delle donne.”
Per Cgil, Cisl e Uil Marche l’unica esperienza di cui i consultori hanno bisogno, è quella del “personale di ginecologia, psicologia, ostetricia, di assistenti sociali che si occupino della salute della donna in tutte le fasi di vita e nelle diverse condizioni. Il sostegno alla maternità, non si nutre di retorica ma di azioni sul fronte delle politiche del lavoro e del welfare.”