Piccola industria contro le banche. ‘Basta algoritmi, valutare i progetti di sviluppo! ‘

Ancona 5 febbraio. -‘Basta con gli algoritmi che decidono il futuro delle imprese. Occorre che le banche valutino anche i progetti di crescita e di sviluppo presentati dalle aziende,quando scelgono chi finanziare.’
L’accusa esplicita è venuta oggi da Diego Mingarelli, giovane imprenditore fabrianese e presidente del Comitato Piccola Industria Marche nel corso del convegno su ‘Credito e finanza per le imprese’ che si è svolto oggi ad Ancona presso la sede di Confindustria.
‘ Gli istituti non possono continuare a valutare una richiesta di credito solo con i numeri,i meri dati quantitativi ma devono tornare a stabilire un rapporto utile con gli imprenditori che guidano le piccole realta locali, andando sul territorio e conoscendo le problematiche concrete e i bisogni di ogni attivita. Altrimenti il sistema economico proseguirà ad impoverirsi’.
E Mingarelli, che nel suo intervento ha invitato i colleghi a ‘far emergere il valore delle imprese’ nelle relazioni con le banche ed a servirsi di più istituti nel loro lavoro, ha parlato per le Marche di 10 anni di ‘economia di guerra’ – quelli recenti, con l’ apparato produttivo che ha subito ‘una forte trasformazione da cui si può uscire solo con un rinnovamento’.
Non aiutano pero in questa direzione, i dati che indicano un ulteriore flessione del 4,6 per cento del credito alle pmi ( che sono il 90 per cento ) , mentre invece quello alle grandi aziende è aumentato dello 0.8 per cento. Il vicepresidente della Commissione regionale dell Abi, Franco Di Colli- presente all incontro, non vede però il rischio di un credit crunch nelle Marche. Ma le stringenti regole europee e l’incremento recente di spread e costi finanziari, non fanno presagire nulla di buono. Anche per questo Confindustria si sta attrezzando con nuovi strumenti come il bancopass – siglata ieri un intesa con Abi- e il rilancio possibile dei minibond e del private equity, quest ultimo ancora molto sottoutilizzato in Italia. Tranne che in rari e positivi casi, come quello del Gruppo Filippetti di Ancona, che ha fatto il salto di qualita grazie ad um fondo britannico che ha rilevato una parte delle quote e avviato il rilancio ( 100 milioni di fatturato oggi).
Al confronto ha partecipato anche il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi che ha ricordato i rischi che sta correndo ora il sistema economico e industriale italiano, sia per il blocco alle grandi opere pubbliche sia per l’impatto che potrà avere la fuga di capitali all estero per 118 miliardi in valore, avvenuta nel 2018. Sia Bonomi che altri relatori hanno criticato il Reddito di cittadinanza, che secondo loro non aiuterà i consumi e la ripresa. I lavori del convegno, molto partecipato e seguito, erano stati aperti da Claudio Schiavoni, presidente degli industriali di Ancona.

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