Senigallia (Ancona), 7 febbraio – A oltre settant’anni dal trattato con cui l’Italia cedette alla Jugoslavia l’Istria e le isole della Dalmazia, non si è spenta la memoria di quanti si ritrovarono ad essere non più italiani. La ricorda Simone Cristicchi con «Esodo», il racconto per voce, parole ed immagini – come recita il sottotitolo – che va in scena al Teatro “La Fenice” lunedì 18 febbraio, appuntamento promosso dal Consiglio Regionale delle Marche per le celebrazioni del “Giorno del Ricordo 2019” e inserito fuori abbonamento nel cartellone cittadino realizzato dal Comune con la Compagnia della Rancia e AMAT con il sostegno di MiBAC e Regione Marche.
«Siamo lieti della presenza di Simone Cristicchi nelle Marche con questo nuovo spettacolo che ricorda una pagina tragica della storia nazionale – ha affermato il Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo- . Abbiamo promosso questa iniziativa nell’ambito delle celebrazioni che ogni anno istituzionalmente riserviamo al Giorno del Ricordo. Rivolgo, quindi, un invito a partecipare a tutti coloro che vogliano conoscere la vicenda dell’esodo giuliano dalmata attraverso lo speciale talento e la grande sensibilità umana di uno tra i maggiori artisti italiani».
Prodotto da Corvino produzioni, scritto diretto e interpretato dall’attore e cantante romano «Esodo» racconta un frammento di storia attraverso la quotidianità. «Al Porto Vecchio di Trieste – scrive Cristicchi – c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino n. 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Il Magazzino N.18 – prosegue il cantante – conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia, e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e 300 mila persone scelsero di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia.”