Ancona 28 febbraio.- “Il Governo vuole dare il ben servito all’Amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono? Noi siamo d’accordo”. Cosi la Fiom Cgil di Ancona, in relazione alle indiscrezioni che vogliono il vertice del Gruppo che gestisce anche i cantieri dorici, in uscita dall’azienda.
“Abbiamo appreso delle forti preoccupazioni espresse dalla FIM e dalla UILM e dalla Confindustria – afferma la Fiom- in merito al futuro professionale di Giuseppe Bono, attuale amministratore delegato della Fincantieri. Si tratta di un’ alzata di scudi a difesa dell’AD che, stante ad alcune indiscrezioni rese note dal “Fatto quotidiano”, potrebbe essere avvicendato, per decisione del governo. Come FIOM abbiamo deciso di non unirci a queste “grida” preventive, di dolore per l’eventuale sostituzione , consapevoli che non sia compito del sindacato indicare o scegliere l’amministratore delegato di Fincantieri, né di qualsiasi altra azienda. “.
Ma poi il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, precisa e spiega la propria posizione.
“La nostra è una valutazione differente dei risultati industriali e della gestione del gruppo e dei cantieri, compreso quello di Ancona. Non è tutto oro quel ciò che luccica e ciò che appare non sempre, rappresenta la realtà concreta che riguarda la condizione di vita e di lavoro di migliaia e migliaia di lavoratori del gruppo, diretti e degli appalti. Come non ricordare, ad esempio- sostiene la Fiom – che quattro anni fa proprio Bono, facendo leva anche sulle divisioni sindacali, decise di intervenire pesantemente sulla contrattazione disdettando tutti gli accordi integrativi aziendali concordati con il sindacato e pretendendo di ridurre il salario fisso dei lavoratori, di aumentare quello variabile e di allargare le quote di welfare contrattuale per sostituire i premi fissi erogati ad operai, tecnici ed impiegati ?
Se la si vuole invece – prosegue il sindacato dorico – vedere sul piano industriale e produttivo ad Ancona la costruzione della nave è ormai quasi totalmente appaltata a ditte terze ma anche a cantieri rumeni croati. Siamo in una condizione di 1 lavoratore Fincantieri contro 5 degli appalti. Ed è proprio il ricorso sfrenato all’appalto e al sub appalto- è convinta Fiom- la forsennata riduzione dei costi a partire da quello del lavoro che ha caratterizzato la gestione del gruppo da parte di Giuseppe Bono e del management Fincantieri, che ha peggiorato le condizione di lavoro, cancellato i diritti, aumentato gli orari di lavoro, ridotto gli standard salute e sicurezza, ma anche aumentato l’illegalità, il lavoro nero, l’evasione come anche le recenti cronache giudiziarie e gli interventi della magistratura stanno evidenziando in questi mesi. Ma di tutto questo e della progressiva perdita della capacità industriale del cantiere e dell’assenza di investimenti produttivi , Confindustria sembra non se ne sia accorta. “