Ascoli Piceno 8 marzo.- La Cna di Ascoli Piceno è tornata ieri a sottolineare in un incontro che l’ultimo bando regionale da 21,7 milioni di euro a sostegno della ripresa delle zone terremotate, va effettivamente a favore delle micro e piccole imprese del territorio che vogliono rilanciare la propria attività. E questo perchè esso prevede un limite minimo di investimenti ammessi a contribuzione pari a soli 20 mila euro, oltre a snellimenti nelle procedure e nelle graduatorie, e alla possibilità anche per aziende, artigiani e professionisti fuori dal “cratere” di aprire sedi e locali nelle aree colpite ( 21 comuni nell’Ascolano, 87 nelle Marche). Tutto questo è vero, e potrà essere sperimentato presentando domande a partire dal 25 marzo e fino al 25 maggio.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Perchè se i fondi pubblici ci sono, e potrebbero andare a sostenere almeno 800 richieste da parte del tessuto economico marchigiano, è vero anche che occorre risolvere un grosso problema a monte dell’iniziativa. Ogni impresa che presenta la domanda infatti potrà ottenere un contributo a fondo perduto pari al 50% dell’investimento programmato, ma solo ad investimento avvenuto.
Prima dovrà farsi finanziare dalle banche e dal sistema del credito l’importo necessario, e solo dopo potrà ricevere il rimborso pubblico a valere sul bando. Come a dire : chi non trova soldi sul mercato e alle condizioni del mercato, non otterrà alcun contributo regionale. Vi sembra una cosa realistica e giusta ?
Non solo tutto il sistema bancario per decisioni prese a livello internazionale, e a cui la nostra Politica non si è mai opposta nel corso degli ultimi 20 anni, va verso una concentrazione delle strutture societarie da fare impressione. Con il risultato che rimmarrano attivi in Italia non solo pochissimi grandi gruppi , mentre tutto il resto – legato alle esigenze vere del territorio – sparirà. Ma quelle che resteranno non andranno certo a favorire, come ormai dimostrato dalla realtà, le piccole aziende o gli artigiani in difficoltà ma solo quelle realtà di dimensioni più ampie e solide, presenti ancora sul mercato. Basterà dunque fare progetti d’impresa validi , basati su idee innovative e vincenti, per ottenere il credito sperato – come ha sostenuto ieri Massimo Capriotti, presidente provinciale di Ascoli della Società regionale di garanzia, presente insieme al direttore Cna Francesco Balloni ? Noi ne dubitiamo, perchè non solo il contesto economico e finanziario non è cambiato ma le attività che potrebbero aver bisogno dei fondi sono quelle che possono offrire meno garanzie e certezze proprio ai loro finanziatori. A che servono dunque i bandi ? Sono strumenti concretamente utili alla ricostruzione e alla ripresa dei territori messi in ginocchio dal sisma ? Non ci auguriamo di si, ma gli ostacoli che le pmi devono superare sono ancora notevoli.