Jesi 28 marzo.-Oltre 150 milioni in meno. È un conto salato quello che le Marche dell’agricoltura rischiano di pagare a causa della nuova Pac 2021-2027 proposta dalla Commissione europea che ha messo in bilancio minori risorse che, per l’Italia, valgono un 9,5% in meno. Proposta che, con ogni probabilità, visto anche la scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles e anche le ripercussioni che avrà la Brexit, rimarrà in ghiacciaia. In vista di essere discussa dai nuovi organi comunitari, l’attuale Politica agricola comune potrebbe dunque essere prorogata. Di questo si è parlato questa mattina a Jesi, al Centro direzionale Esagono di via Battistoni, nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Ancona dal tema “Ambiente, clima, tutela dei consumatori: l’evoluzione della Pac dopo il 2020” che ha ospitato, tra i relatori, Felice Adinolfi (Università degli Studi di Bologna), Paolo Magaraggia (Ufficio Coldiretti a Bruxelles) e Stefano Leporati (Area Economica Coldiretti). Tra i saluti iniziali quelli del sindaco di Jesi, Massimo Bacci, del presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini e della vicepresidente regionale Anna Casini. Le conclusione finali sono affidate alla presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni. Una proposta con luci e ombre. Nella quale Coldiretti ha letto positivamente i richiami a un’agricoltura più biologica, rispettosa dell’ambiente, più etica e più vicina ai cittadini consumatori ma dove non mancano dubbi, espressi in circa 300 emendamenti presentati proprio da Coldiretti dopo aver ascoltato gli agricoltori in appuntamenti come quello jesino.
‘ Ci si deve battere in difesa del budget comunitario – ha detto la Gardoni- ma anche iniziare a ragionare non più sul valore della terra come proprietà terriera ma in termini di economia reale, di valore di ettaro per occupazione, per tutela dell’ambiente. In questo l’Italia è superiore agli altri Paesi europei ed è per questo che deve diventare modello per tutti”.