Ancona 30 maggio.- Un esposto in Procura per far luce sulle modalità di riscossione adottate dal Consorzio di Bonifica delle Marche nei confronti dei proprietari dei terreni soggetti al pagamento dei contributi. A formalizzarlo, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Peppino Giorgini, supportato dai senatori pentastellati Giorgio Fede e Mauro Coltorti. I tre esponenti M5S lo hanno depositato presso i tribunali di Ancona, Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli ritenendo che «l’attivazione della procedura coattiva di riscossione da parte del Consorzio di Bonifica delle Marche non sia consentita in base alla legislazione vigente e possa dunque integrare la condotta prevista e punita dall’articolo 323 del Codice Penale».
«Per tutti i destinatari degli avvisi bonari che non hanno provveduto al pagamento dei contributi richiesti – spiega Giorgini -, il Consorzio ha attivato la procedura di riscossione coattiva mediante ruolo incaricando Equitalia, che ha, a sua volta, notificato un enorme numero di cartelle di pagamento a carico di tutti i soggetti che non avevano spontaneamente adempiuto all’avviso bonario».
Tutto nasce da un Regio Decreto mussoliniano, il 215/1933, che conferiva ai consorzi il potere di riscuotere a mezzo ruolo. «Che però è stato abrogato nel 2010», ricorda Giorgini, citando nell’esposto alcune sentenze di giudici tributari che avallano tale evidenza.
«Avendo probabilmente perso il potere di riscossione coattiva mediante ruolo dei contributi dovuti dai soggetti consorziati – rimarca Giorgini -, noi riteniamo possibile che il Consorzio di Bonifica delle Marche, avvalendosi appunto di tale procedura, abbia prodotto un ingiusto vantaggio patrimoniale in favore di se stesso, con conseguente danno dei soggetti consorziati che si sono visti indebitamente notificare una cartella di pagamento da parte dell’agente incaricato della riscossione».