Ancona 7 giugno.- Intercettavano la corrispondenza telematica, clonavano l’identità digitale e poi truffavano le imprese. E questo inviando solleciti per pagamenti di fatture con indicazioni di coordinate bancarie che facevano finire il denaro su conti nazionali ed esteri, dove i soldi venivano prelevati in contanti da alcuni complici. Ma sono stati individuati dalla Questura di Ancona, che hanno fermato e denunciato per ora, una donna nigeriana di 30 anni- OTA le sue iniziali, responsabile di svariate frodi informatiche aggravate dal furto d’identità digitale, con la tecnica del “man in the middle”.
Tutto è stato scoperto a seguito di una denuncia sporta da un amministratore di condominio di Jesi, in relazione ad un anomalia rilevata in occasione di un bonifico di 45 mila euro a favore di una ditta ingaggiata per lavori di ristrutturazione. Come accertato dal Commissariato , i soldi invece che al legittimo beneficiario erano finiti su un conto di una banca trevigiana. Da qui l’avvio delle indagini, in sinergia con la Squadra mobile della Questura di Treviso che identificavano la donna nigeriana coinvolta nella truffa. Questa venivano sorpresa mentre tentava di consegnare documentazione falsa alla direttrice di un noto istituto di credito per attuare un altra operazione illegale. La 30enne nigeriana, secondo la Polizia aveva già truffato due imprese marchigiane per 43 mila euro, oltre ad una vicentina e una inglese con sede a Milano. Sono in corso indagini per scoprire i suoi complici, in Italia e all’estero.