San Benedetto del Tronto 10 giugno.- “Se la Regione Marche vendesse le sue quote, il Centro Agroalimentare di San Benedetto rischierebbe l’abbandono, se non la chiusura”. Lo affermano in una nota i sindacati provinciali di Ascoli di Cgil-Cisl e Uil, sottolineando “l’urgenza di trovare una soluzione alla difficile situazione della struttura, dove nonostante la crisi operano ancora 85 aziende e 600 addetti”.
I confederali ricordano che “il Centro, inaugurato negli anni 90 doveva essere il fulcro dell’evoluzione del settore agroalimentare oltre che punto di snodo commerciale e logistico delle produzioni agricole dell’area picena.”
Nel corso del tempo però , sono arrivati i problemi per il comparto, con perdite perdite di produzioni e addetti oltre alle modifiche imposte dal settore terziario con l’affermarsi della grande distribuzione. E questa evoluzione, secondo Cgil, Cisl e Uil avrebbe dovuto richiedere ” la rivisitazione e adeguamento della strategia di sviluppo e gestione da parte degli amministratori e dei 7 soci istituzionali della CAAP Spa che gestisce il Centro. ”
Ma evidentemente così non è stato, e ora la Regione Marche sarebbe anche pronta a liquidare la sua quota del 43,17%, che è una parte rilevante del 96% del capitale detenuto dagli enti pubblici – Comune di San Benedetto compreso, che guidano le scelte per l’infrastruttura situata nei pressi del casello autostradale dell’A14, a Porto d’Ascoli.
I sindacati non ci stanno e premettendo che “il Centro Agroalimentare nonostante le difficoltà del settore, con un’area di 143.000 mq di cui 50.000 mq già alienati a privati e 35.000 mq coperti, vede oggi impegnate al suo interno 85 Aziende che occupano 600 dipendenti”, chiedono di aprire un tavolo territoriale per evitare il “rischio di una chiusura ” nel caso di uscita dalla CAAP Spa dell’ente regionale. Scongiurando, sottolineano anche “eventuali operazioni puramente immobiliari o di variazioni definitive dell’assetto urbanistico e produttivo del nostro territorio.”
Insomma, un messaggio chiaro all’assessore regionale all’agricoltura, nonchè vicepresidente della Giunta, l’ascolana Anna Casini. Che a questo punto dovrà intervenire, facendo una scelta tra le direttive centrali o le richieste che vengono dal comprensorio piceno.