Piano sviluppo rurale. Ascoli ospiterà Comitato Sorveglianza Ue, in ballo 132 milioni

Ascoli Piceno 20 giugno.- La citta di Ascoli ospiterà il Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale (Psr) Marche 2014-2020. La riunione, a carattere tecnico, si svolgerà martedì 25 giugno, presso la Sala consiglio della Provincia. Parteciperanno rappresentanti dell’Unione europea, del ministero delle Politiche agricole, della Regione (assessorato Agricoltura) e del territorio. All’Ordine del giorno c’è l’approvazione della relazione annuale di attuazione del Psr: da un punto di vista finanziario, riguarda 132 milioni di spesa pubblica, più del doppio di quella del 2017. “È un appuntamento importante per la città, che sarà al centro di un confronto amministrativo sulla certificazione e sulla correttezza di utilizzo delle somme, europee e nazionali, destinate allo sviluppo rurale delle Marche – anticipa la vice presidente Anna Casini – Sarà una vetrina per Ascoli che accoglierà i funzionari della Commissione europea e del Ministero con il fascino del centro storico. Inoltre il Psr – aggiunge la Casini- ha avuto una dotazione aggiuntiva di risorse per fronteggiare il terremoto. Il Piceno è uno dei territori che necessitano dei fondi europei per ripartire. Rappresenta, quindi, una sede ideale per ospitare questo evento”. Il Psr 2014-2020 delle Marche ha una dotazione complessiva di oltre 696 milioni di euro (537,96 ordinari, ai quali si sono aggiunti altri 159 milioni del fondo di solidarietà post terremoto). Sostiene la competitività dell’agricoltura marchigiana, la valorizzazione delle risorse naturali, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’innovazione e lo sviluppo delle zone rurali. La Relazione annuale che andrà approvata dal Comitato di sorveglianza rendiconta quanto contabilizzato nel 2018 che ha visto oltre 132 milioni impegnati (contributi richiesti dagli agricoltori attraverso i bandi). L’ammontare complessivo degli impegni dal 2016 (anno di piena operatività del Psr) ha raggiunto quota 343 milioni (49 per cento della dotazione complessiva, che salirebbe al 64 per cento senza i fondi del terremoto).

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