La Corte d’appello di Ancona ha confermato la sentenza di condanna a tre anni, dell’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi e a due anni ( pena sospesa) dell’imprenditore Davide Degennaro per l’accusa di corruzione tra privati nel processo ‘stralcio’ del crac dell’istituto di credito regionale. La vicenda concerneva presunti scambi di favori tra Bianconi e due imprenditori avvenuti il 2010 e il 2012, in relazione ad un immobile acquistato ai Parioli di Roma da una società dei familiari dell’ex direttore. Per la difesa di Bianconi si tratta di condanne fondate su “un impianto accusatorio traballante”. L’ex Banca Marche è in liquidazione coatta amministrativa dal 2015. Il fallimento dell’istituto aveva lasciato senza risparmi 45 mila tra correntisti, obbligazionisti e azionisti del territorio. Alcuni di loro avevano perso tutto. Il 19 giugno di quest’anno, in seguito agli arbitrati, le “vittime” di questo crac hanno ottenuto indennizzi per complessivi 19 milioni di euro. Si tratta solo di una prima tranche di rimborsi, considerando che il Parlamento sta stanziato complessivamente 1,5 miliardi ( agli azionisti il 30% del capitale iniziale, agli obbligazionisti il 95%).
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