“No al Sisma-Bonus, è troppo costoso per le pmi“. Gli impiantisti ricorrono all’Antitrust

 Ancona 8 luglio.- Contestano la nuova versione dell’Ecobonus e del Sismabonus perché, secondo loro “altera la concorrenza” e si rivolgono all’Antitrust e alle istituzioni europee. Sessanta imprese dei settori impianti, legno e arredamento associate a Cna, dalle Marche e da altre regioni d’Italia,  hanno avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea e all’Autorità garante della concorrenza e il mercato, affinchè verifichino la legittimità dell’art.10 del decreto crescita.

L’obiettivo della Cna  è di eliminare la misura prevista dall’art.10 del decreto in questione, che da la possibilità al contribuente che ristruttura, di optare per uno sconto nella fattura della ditta che esegue i lavori, al posto delle detrazioni. In pratica chi mette in sicurezza un edificio dal rischio sismico o fa interventi per rendere più efficiente dal punto di vista energetico, un’abitazione, può scegliere di rinunciare alla detrazione, incassando subito uno sconto di pari importo dalla ditta che esegue i lavori. L’impiatnista recupererà lo sconto come credito d’imposta, da utilizzare in compensazione in cinque anni.

“Un sistema complesso e potenzialmente costoso e insostenibile per le piccole aziende che non hanno grandi capacità finanziarie ed un regalo” accusa Marco Bilei responsabile Cna Marche Costruzioni ” alle multiutilities e alla grandi aziende che possono permettersi il lusso di aver crediti d’imposta al posto di preziosa liquidità. Così si crea un’alterazione della concorrenza e si favorisce la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi operatori. Le altre, piccole aziende locali di impiantisti, oltre 1.500 nelle Marche, rischiano di chiudere”.

Il mercato è rilevante. Solo nelle Marche l’anno scorso sono stati quasi 60 mila i cotribuenti che hanno utilizzato le detrazioni per interventi finalizzati al risparmio energetico, per un importo di oltre 40 milioni di euro.

 

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