Ancona 18 luglio .- Ancora una volta le Marche pagano un conto salato sul fronte economico e del credito. Secondo i dati del bollettino della Banca d’Italia di giugno 2019, nel 2018 il numero degli sportelli in regione è sceso da 904 a 844 unità (-6,6% nel 2018, -10,7% nel 2017). Per effetto delle chiusure, il numero di comuni bancari è sceso nel 2018 da 195 a 190, e i 5 comuni rimasti senza dipendenze bancarie sono ricompresi nel cratere del terremoto. Dal 2009 il calo degli sportelli è stato del 31,7%. E dunque gli occupati nel settore , anche per effetto della riorganizzazione della rete delle filiali, sono ancora diminuiti : del -4,8% nel 2018 e addirittura del -15,4% nel 2017. E dal 2015 sono calati di oltre il 20%, in misura nettamente superiore a quanto avvenuto nel Paese (-8,1%).
Tale riduzione di sportelli nelle Marche continuerà anche nel 2019, come dimostrano le annunciate nuove chiusure da parte di MPS . “Ma l’entità più rilevante di questo processo – sottolinea Federico Sora, Segretario generale Fisac Cgil Marche – avviene in Ubi Banca che, dopo le chiusure di due anni fa in occasione della incorporazione di Banca Adriatica (già Nuova Banca Marche), l’11 luglio ha comunicato che altri 20 sportelli verranno chiusi nel territorio”.
Una scelta aziendale che, secondo il sindacato “smentisce le intenzioni industriali dichiarate nei mesi precedenti, di attenzione e vicinanza al territorio. Proprio in un momento in cui i servizi alla clientela vengono rincarati, ecco che la scure dei tagli ai presidi territoriali si abbatte nuovamente, con nuovi disagi per i marchigiani”Non era questo un territorio, evidenzia Sora, “su cui il gruppo Ubi aveva dato il massimo delle rassicurazioni per il mantenimento dei servizi, l’assistenza alle famiglie ed alle imprese?”.