Marche, i Comuni costieri non demoliscono le case abusive

Case “vista mare” costruite nel  disprezzo delle leggi, del paesaggio, del diritto collettivo a poterne godere e della sicurezza di chi ci vive. Il cemento illegale ha invaso negli ultimi decenni le coste italiane e ancora oggi sembra esserci una sola certezza: poco o nulla viene buttato giù. In Italia gli abbattimenti sono un obbligo previsto dalla legge, ma a quanto pare le demolizioni dei manufatti abusivi sono ferme al palo e nelle zone costiere è ancora più evidente. Bastano pochi numeri per capire l’entità del fenomeno.

Secondo Legambiente nelle Marche sono 323 le ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2018 in 23 comuni costieri della regione che hanno risposto all’indagine“Abbatti l’abuso”. Di queste, però, solo una è stata eseguita con il ripristino dei luoghi e l’abbattimento del manufatto abusivo: in pratica non si sfiora neanche l’1% delle ordinanze totali. Numeri che costano alla nostra regione il penultimo posto in classifica. Di conseguenza quello che emerge a livello regionale è, purtroppo, un quadro a tinte fosche: c’è un’inerzia diffusa di fronte all’abusivismo e alle prescrizioni di legge rispetto alle procedure sanzionatorie e di ripristino della legalità.
Inoltre, secondo Legambiente la reticenza dei comuni nell’affrontare questo problema si riflette anche nella mancata trasparenza nel diffondere i dati sul fenomeno. In un quadro nazionale già di per sé negativo  i Comuni litoranei marchigiani – nonostante siano quelli colpiti da un tasso di abusivismo decisamente alto-sono tra quelli che rispondono meno volentieri: solo il 17,4% ha voluto fornire informazioni.

«Siamo di fronte a una brutta pagina che ha prodotto e alimentato illegalità e ha cambiato i connotati a intere aree della nostra regione – dichiara Francesca Pulcini,presidente di Legambiente Marche –. Non c’è altra soluzione: contro gli abusi edilizi il migliore deterrente sono le demolizioni. Il contrasto all’abusivismo edilizio rappresenta una battaglia cruciale per la nostra regione, dove, in un territorio di per sé già vulnerabile, la cementificazione selvaggia intreccia tragicamente i suoi effetti con maltempo ed eventi naturali come il terremoto. Per questi motivi chiediamo ai Comuni di abbattere le costruzioni abusive presenti nei loro territori di competenza. ‘

 

 

 

 

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