Mille giovani fuggiti da Ascoli in 10 anni. Ma le istituzioni locali che fanno ?

Ascoli Piceno 13 agosto.- Mille giovani fuggiti da Ascoli negli ultimi 10 anni. Centocinquanta solo nell’ultimo anno, quasi a confermare una tendenza all’abbandono di una città e di un territorio sempre più depressi, economicamente e moralmente e che nessuno governo locale riesce ad arginare. A testimoniare, e forse anche a spiegare tale fuga in massa anche il livello della disoccupazione giovanile che ha toccato il 26%, 4 punti sopra alla media nazionale. E sono dati ufficiali, certificati dall’Istat. Quelli reali, potrebbero anche essere peggiori.

Una città quella di Ascoli dunque sempre più vecchia, considerando che – esodi a parte – ha visto scendere la quota di ragazzini residenti di età compresa tra i 15 e 19 anni, solo nel 2018 di oltre 2 mila unità ( 2081 contro 2230 dell’inizio dell’anno scorso). E anche quelli di età superiore, nella fascia trai 20 e i 29 anni, sono calati nell’ultimo anno, anche se in misura minore ( sono 4931 contro i 4999 di inizio 2018). Ma la loro diminuzione è stata comunque forte nel decennio appena trascorso, perchè nel 2009 erano ancora 5495. Nel complesso una situazione allarmante per il capoluogo piceno. Non solo perchè i giovani hanno vitalità, energia, capacità di innovazione che le persone più adulte non hanno più, ma anche perchè senza di loro il futuro di Ascoli e del Piceno è segnato.

Di chi è la responsabilità di tutto questo ? Di certo,in misura maggiore di quelle forze sociali, quei partiti e quelle istituzioni che nell’ultimo decennio e anche prima hanno “gestito” più che governato la città e il suo comprensorio, non reagendo alle crisi globali in atto – industriali, occupazionali, del commercio e anche dei servizi – ma soprattutto non costruendo alcuna alternativa valida, come invece hanno fatto altre realtà provinciali.  Realtà che si sono reinventate e hanno investito con coraggio, idee e determinazione in altri ambiti  economici e culturali, riuscendo a invertire la rotta del declino. Ascoli invece no. E più questa città- che ha un patrimonio storico- artistico superiore a molte altre in Italia e che doveva avere da tempo il riconoscimento Unesco  –  invecchierà e si spopolerà, più le cose peggioreranno, non potendo anziani e vecchie elite e potentati vari realizzare niente di nuovo contro i loro interessi, essendo la loro una mentalità conservatrice e arretrata, non progressista e innovativa. Ma ci sono sempre il calcio, la quintana ed altri eventi di respiro mondiale a far credere che Ascoli è ancora viva..

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