Fermo 23 agosto.- Anche il comparto calzaturiero del fermano-maceratese, una volta fiore all’occhiello dell’economia marchigiana, nonchè il più grande distretto europero del settore ( oltre 3 mila unità produttive) , è in crisi. Il crollo della domanda interna, ormai in corso da anni, e la flessione più recente ma consistente di alcuni mercati di sbocco esteri molto importanti – a cominciare dalla Russia, colpita da inopinate sanzioni che hanno gravemente danneggiato il nostro tessuto industriale – hanno prodotto una situazione imprevedibile fino a pochi anni fa. Istituzioni e associazioni di categoria si sono viste per questo costrette a chiedere allo Stato l’introduzione dell’Area di crisi industriale complessa, che dovrebbe aiutare le aziende ad affrontare la situazione e a rilanciare le attività. L’Area è stata approvata e dovrebbe portare nel territorio fermano alcuni milioni di euro a favore del comparto delle calzature e accessori, in vista di una possibile ripresa. Per favorire questo percorso Confindustria Centro Adriatico propone agli associati di accellarerare i percorsi di formazione in direzione dell’innovazione e soprattutto delle reti d’impresa.
“Vogliamo creare soluzioni veloci e d’impatto – spiega il direttore Giuseppe Tosi – in modo da far sviluppare una filiera nuova tra gli imprenditori del comparto. Abbiamo pensato a quattro gruppi di aziende, con un’azione che deve essere differenziata per poter essere efficace: chi è un brand; chi ha un marchio proprio; i licenziatari; i terzisti. Per questo motivo – aggiunge Tosi – ci siamo affidati a un pool di esperti che vada a definire le migliori risposte, individuando imprese di riferimento per ognuno dei quattro gruppi”.
La strategia di Confindustria prevede che partendo dalla grande azienda si comprenda cosa può servire a livello di terzisti, fornitori, servizi. “A quel punto – sottolinea il direttore – noi offriamo la miglior rete possibile interna ai nostri associati. L’obiettivo è mettere in relazione le realtà, non puntiamo al contratto di rete. Quello poi può essere un ulteriore step per le aziende principali se lo ritengono opportuno”. Eppoi ci sono le Sis – società di investimento semplice -che sono in prima linea nella ricerca di sistemi alternativi di finanza, e sulle quali l’associazione degli industriali punta per rilanciare progetti e vendite degli associati.