Fermo 3 settembre. “La Regione ha individuato nel settore pelli e calzature, una crisi di importanza tale da meritare un percorso di sostegno e sviluppo. Purtroppo se ne è resa conto solo oggi, di fronte al baratro. Ma bisogna guardare al lato positivo di questa situazione, che porterà milioni di euro di investimenti”. Lo ha detto l’imprenditore fermano Giampietro Melchiorri, vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico, parlando all’assemblea degli industriali che si è svolta a Fermo per discutere dell’Area di Crisi complessa del territorio, che vive ora la fase delle “Call” (Manifestazioni di interesse da parte delle imprese) con scadenza il 30 settembre. Per Melchiorri, a questo punto della situazione, occorre cogliere tutte le opportunità dei fondi statali per “trasformare l’area di crisi in area di sviluppo del distretto. Vedere la nostra sala piena è un segnale importante – ha sottolineato poi il vicepresidente. È la riprova che questo percorso, per cui abbiamo lavorato a lungo, interessa gli imprenditori e per un territorio che è sempre vissuto nel bello e nel lavorare da soli, non è un dettaglio. La crisi ha davvero segnato tutti”
Dall’incontro di Fermo sono emerse le linee guida per approffitare delle possibilità offerte dall’approvazione dell’Area di crisi complesso per il calzaturiero fermano. A presentarle è stato Paolo Zappasodi, responsabile del settore Finanza Agevolata di Confindustria Centro Adriatico: “Il punto di partenza – ha detto- è che bisogna partecipare alla call, che dà allo Stato e alla Regione la base di intervento, le sue modalità e le risorse necessarie per attuarla”.
Numerose le richieste da parte di imprenditori e consulenti che hanno preso parte al convegno, inclusa la possibilità di realizzare un centro di ricerca, finanziabile all’interno dell’area di crisi. Al centro del dibattito anche i temi delle infrastrutture, della formazione e degli incentivi per nuove assunzioni. “Ci sono aziende che vogliono crescere – ha concluso Melchiorri . aziende che resistono e hanno bisogno di supporto, aziende poi in difficoltà che necessitano di aiuti concreti in deroga. Noi dobbiamo riuscire a rispondere a ogni tipologia. L’apertura avuta dal Mise rasserena le associazioni”.