A Fano in scena “La casa disabitata” di Lauro Rossi

Fano (Mc).- A Fano è stata presentata l’opera “La casa disabitata” del compositore maceratese Lauro Rossi (1810-1885), che il Festival Nazionale “Il Belcanto ritrovato”  riporta in scena in prima assoluta in epoca moderna.

Sabato 24 agosto presso il Teatro della Fortuna nel giorno in cui si festeggia la riapertura della struttura nel 1863, l’opera verrà proposta nella II versione del 1844, che prese il nome di “I falsi monetari” e che continuò ad essere eseguita con entrambe le denominazioni nelle innumerevoli repliche che si resero necessarie visto il trionfale successo riscosso presso il pubblico dell’epoca. La revisione è del M° Damiano Cerutti sulle partiture autografe.

Il Festival si propone di riscoprire e recuperare il patrimonio musicale di uno dei periodi maggiormente floridi del melodramma italiano, la prima metà dell’Ottocento. Nel 2024 il main composer del festival è proprio Lauro Rossi, assieme a Nicola Vaccaj, e il Festival ha deciso di puntare su questo titolo operistico, che vanta un libretto a firma di Jacopo Ferretti, tra i migliori autori della sua generazione, collaboratore tra gli altri di Donizetti e di Rossini, per il quale scrisse i versi de “La Cenerentola”.

L’opera si basa sull’inganno di una casa disabitata che sembra abitata da fantasmi, in realtà malviventi che coprono un’attività da falsari: questo topos, o modello, ha radici antichissime, dal teatro greco a Plauto, fino ai giorni nostri, al cinema e nei fumetti (ad esempio in Scooby Doo di Hanna & Barbera).

Nell’opera di Rossi alle vicende della casa infestata da malviventi si intrecciano gli amori del proprietario con una giovane rapita e segregata da un perfido falsario, e del poeta Eutichio con la gelosa e più attempata Sinforosa. Tra coppie comiche, coppie di innamorati e falsari, i due atti dell’opera prendono vita tra arie, duetti e pezzi d’assieme, che prevedono anche un coro, in questa produzione il Coro del Teatro della Fortuna (maestro del coro: Mirca Rosciani).

Il cast vocale dei protagonisti è formato da giovani artisti segnalati dall’Accademia Rossiniana A. Zedda (direttore artistico: Ernesto Palacio) a cui si affiancano due studenti dell’Accademia d’Arte Lirica di Osimo (direttore artistico: Vincenzo De Vivo).

Il tenore Antonio Mandrillo è Don Raimondo Lopez, proprietario della casa a sua insaputa diventata covo di falsari e prigione dell’amata Annetta, interpretata dal mezzosoprano Tamar Ugrekhelidze; il disegno diabolico è farina del sacco di Don Isidoro, cioè il baritono Matteo Mancini, e del suo complice Alberto, che ha la voce del baritono Martin Csölley. All’epoca dei fatti nella casa si è trasferita di recente anche la villanella Ines, il soprano Jennifer Turri, mentre il caso porta tra i finti fantasmi anche la strana coppia formata dal poeta squattrinato Don Eutichio della Castagna, il baritono Giuseppe Toia, e da Sinforosa, il soprano Vittoriana De Amicis.

Dirige il Maestro Enrico Lombardi, giovane bacchetta tra le più interessanti della sua generazione, che ha mostrato tutto il suo entusiasmo nell’aver scoperto una partitura musicalmente così interessante. La regia è invece affidata a Cristina Pietrantonio.

 

 

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