Pesaro.- Appuntamento domenica 19 marzo con la 39esima edizione del Festival Tartufo Bianchetto e Vino Bianchello di Fossombrone. All’interno della manifestazione l’Associazione Italiana Sommelier premierà le 25 aziende i cui vini hanno dato il miglior abbinamento con le diverse preparazioni culinarie a base di tartufo nell’ambito del progetto “Le Marche dei tartufi, i vini da tartufo delle Marche”. Riconoscimento speciale anche ai 5 chef e alle 5 aziende che hanno offerto i tartufi.
Condizioni ambientali e pedoclimatiche favorevoli fanno delle Marche una delle poche regioni italiane in grado di produrre una gran quantità di tartufi di tutte le specie. Dal Montefeltro al Piceno, i tartufi marchigiani possiedono tutti i requisiti per essere protagonisti dodici mesi l’anno.
Lo sa bene l’Associazione Italiana Sommelier Marche che, dopo lo stop imposto dalla pandemia, è tornata a lavorare al progetto “Le Marche dei tartufi, i vini da tartufo delle Marche”. Obiettivo, come suggerisce il nome, diffondere la conoscenza, valorizzare le principali tipologie di questo prezioso dono della terra e, al contempo, selezionare i migliori vini della regione da abbinarvi. Selezione che, annualmente, approda in una sezione ad hoc all’interno della storica guida “Le Marche nel bicchiere” edita dall’AIS.
Le delegazioni di zona hanno selezionato quindici vini per provincia da abbinare ciascuno a cinque preparazioni culinarie con a base una delle cinque specie di tartufo più comune: il bianco a Pesaro Urbino, il bianchetto a Macerata, il nero estivo in Ancona, il nero autunnale o uncinato a Fermo e il nero pregiato ad Ascoli Piceno. I piatti, uno per provincia, sono stati preparati da cinque ristoratori sommelier AIS. A comporre le cinque giurie, presiedute dall’ideatore del progetto Piergiorgio Angelini, il presidente AIS Marche Stefano Isidori, il delegato AIS Pesaro nonché coideatore del format Raffaele Papi e ciascun delegato di zona che ha coordinato l’evento nella propria provincia. Offrire una chiave di lettura sul tartufo e sul suo utilizzo in cucina coinvolgendo in un primo momento le scuole, questa l’idea: «Siamo partiti dagli istituti alberghieri con ricette della tradizione adattate al tartufo, organizzando all’interno delle scuole degli incontri con i ragazzi su come utilizzare il tartufo in cucina e con quali vini abbinarlo. Poi il blocco causato dal Covid, da lì l’ingresso del progetto nei locali in sinergia con i nostri soci ristoratori anche per valorizzare il loro lavoro e la loro crescita professionale» afferma Papi.
Fondamentale il sostegno della Regione Marche, dell’IMT e del Consorzio Vini Piceni. Qual è, dunque, il vino che meglio si sposa al tartufo? «In genere i tartufi non rappresentano una portata a sé stante, ma vengono usati come condimenti di svariati piatti o incorporati ad altri ingredienti. Pertanto il vino andrà scelto in base alla complessità di quanto cucinato, tenendo conto degli ingredienti, dei condimenti e del tipo di cottura. Inoltre, dato che i tartufi incorporati nelle preparazioni ne aumentano complessità e profumo ci orienteremo verso vini dotati di maggior complessità e persistenza, in ogni caso mai troppo freschi di acidità o amarognoli e, per quanto riguarda i rossi, morbidi e dal tannino levigato» spiega Angelini.