A Pesaro si progetta un polo per le “tecnologie emergenti”

Pesaro.- «Una mini Silicon Valley, un laboratorio tecnologico che coinvolgerà tutta la città» . Così l’assessora all’Innovazione Francesca Frenquellucci descrive la “Casa per le tecnologie emergenti” chiamata “CTE SQUARE”, il progetto che il Comune ha presentato ieri al Mise partecipando al bando ministeriale che potrebbe trasformare Pesaro in un polo altamente tecnologico.

«L’esito del bando dovrebbe essere comunicato a pochi giorni dal Natale, data in cui potremmo sapere se saremo i beneficiari degli oltre 11 milioni di euro previsti dall’avviso pubblico». Un finanziamento importante, per un progetto che vede capofila il Comune di Pesaro, affiancato dai “suoi” atenei – Università degli Studi di Urbino e Università Politecnica delle Marche – partner di progetto insieme a Tiscali; EY Business School, BPCube; Sinergia; Rainbow; Websolute; Pluservice; EbWorld; Prima Press; Umbra Control, Conservatorio Rossini, Fondazione Rossini, Fondazione ROF; Fondazione Nuovo Cinema, Associazione Cyber 4.0 dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, e con la collaborazione della CTE NEXT di Torino. 

«Enti e aziende che ben rappresentano l’intento del futuro polo – spiega Frenquellucci – incentrato su “La natura della cultura” di Pesaro 2024. Come elaborato dall’Amministrazione e dai progettisti del Servizio Innovazione Transizione Digitale del Comune, che ringrazio per l’impegno e la costanza dedicati, la Casa delle Tecnologie emergenti sarà un centro di trasferimento di strumenti e conoscenze che coniugherà le competenze scientifiche delle università e dei centri di ricerca locali con le esigenze del tessuto imprenditoriale del territorio per applicare, e diffondere, le tecnologie emergenti (AI, Blockchian, Realtà Aumentata, Internet of Things, Realtà virtuale, calcolo quantistico)».  

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