Amandola (Fm). – “Il tartufo delle Marche non “abita” solo al nord della nostra regione e in questo settore le province di Macerata Fermo e Ascoli Piceno possono in futuro giocare un ruolo da protagoniste in termini di sviluppo turistico, culturale ed economico accanto ai rinomati territori della provincia di Pesaro Urbino”.
Così il consigliere regionale Romano Carancini ( nella foto) è intervenuto ieri in consiglio regionale per presentare l’ordine del giorno del Partito Democratico, di cui era primo firmatario, volto ad avviare il percorso di istituzione di un secondo Centro sperimentale di tartuficoltura della Regione Marche ad Amandola presso la struttura gestita dall’Assam, che si andrà ad aggiungere a quello già esistente a Sant’Angelo in Vado. Il documento è stato poi approvato all’unanimità dall’Assemblea.
“In primo luogo – spiega Carancini – si tratta del giusto riconoscimento di una qualificata realtà che è già importante punto di riferimento per le zone sud-montane della regione in termini di raccolta, coltivazione e valorizzazione del patrimonio tartufigeno locale, ma anche di ricerca e di salvaguardia degli ecosistemi naturali. È sulla base di questa storia di impegno che ho chiesto che anche il centro di Amandola possa divenire un polo tecnico di eccellenza con funzioni di consulenza, analisi, supporto, divulgazione e sperimentazione.