Ancona.– Più passa il tempo più l’Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche (Atim) si conferma strumento di dubbia trasparenza. Le ultime notizie apparse sulla stampa locale circa una strana serie di affidi diretti ha spinto il gruppo assembleare del Partito Democratico a fare il punto della situazione con la convocazione di una conferenza stampa aperta dalla proiezione di alcuni video girati in settimana e in giorni diversi che mostrano gli attuali uffici dell’Atim, ubicati nella sede della Camera di Commercio di Ancona, completamente vuoti durante l’orario di servizio nonostante la pianta organica dell’Agenzia preveda la dotazione di ben 12 unità lavorative.
“Qui non stiamo più parlando solo di un inutile carrozzone politico – ha affermato la capogruppo regionale Anna Casini – che peraltro è stato oggetto anche di severi rilievi mossi recentemente dalla Corte dei Conti, ma di un volano di sprechi, incarichi, contratti di sponsorizzazione e affidi diretti che non fanno altro che allungare le ombre su un’Agenzia divenuta il simbolo dello sperpero di denaro pubblico da parte della giunta Acquaroli”.
A elencare i numeri che sembrerebbero scoperchiare il vaso di Pandora è stata la consigliera regionale Micaela Vitri: “Dopo le dure critiche espresse dalla Corte dei Conti, che ha definito i rapporti tra la giunta regionale e l’Atim “un coacervo inestricabile di atti e direttive”, ovvero centinaia e centinaia di provvedimenti che nessuno è in grado di verificare perché non appaiono in bilancio, abbiamo sentito il dovere di approfondire e provare a fare luce su quanto sta accadendo ormai da due anni all’interno dell’Agenzia. Ciò che abbiamo scoperto è la fuoriuscita di un significativo flusso di denaro che dal bilancio della giunta, passa per Atim, prende la strada per Roma, e in parte per Milano, attraverso una serie di affidi diretti, giustificati dal fatto che non ci sarebbero stati altri enti, imprese o società interessate a svolgere le prestazioni richieste.”
La consigliere Dem cita tre casi . Uno riguarda la mostra “Papi e Santi Marchigiani a Castel Sant’Angelo”, organizzata nella Capitale e attualmente ancora in corso, con il versamento di 366 mila euro alla società C.O.R. di Roma per l’allestimento e la promozione. Il secondo concerne l’evento “La Vendemmia 2024”, svoltosi a Milano dal 7 al 10 ottobre, che ha visto l’assegnazione di 102 mila euro alla società eMMeventi con sede legale a Bergamo.
“Possibile che in entrambi i casi – si chiede la Vitri- i servizi acquistati non avrebbero potuto essere oggetto di un bando di gara? Ma ancora più sorprendenti sono gli incarichi affidati per l’iniziativa “Marche DiWine”, svoltosi a Gabicce nel 2023. In questo caso sono addirittura tre le società romane interessate, per un totale complessivo che supera la somma dei 150 mila euro, quindi ben oltre la soglia prevista per l’affido diretto: si tratta della Ritoragency, che ha ricevuto 49.776 euro, la I Cube Italy, che ne ha presi 50.020, e la Vero Events, a cui ne sono andati 85.400. Certamente curiosa è la coincidenza che vede le ultime due società non solo condividere la stessa sede, ma addirittura lo stesso amministratore delegato. Coincidenza di cui chiederemo conto ad Acquaroli con una apposita interrogazione, perché è arrivato il momento che anche lui, non solo come presidente, ma anche come titolare della delega al Turismo, ci metta la faccia, spiegando a noi e a tutti i marchigiani se Atim serve a promuovere la nostra regione o a far circolare flussi di denaro in maniera incontrollata e incontrollabile fuori dalle Marche”.
Alza il tiro il consigliere regionale Fabrizio Cesetti, primo firmatario della proposta di legge per l’abrogazione della legge istitutiva di Atim, che ancora attende di essere discussa in aula: “Ora vogliamo conoscere come sono state spese le risorse messe a disposizione di Atim dalla giunta regionale. E lo vogliamo sapere fino all’ultimo centesimo. Ma voglio anche ribadire che questi scandali si sarebbero potuti evitare se il presidente Acquaroli e la sua maggioranza avessero ascoltato i suggerimenti dell’opposizione. Infatti, le criticità sollevate che ora vengono sollevate dalla Corte dei Conti sono esattamente sovrapponibili con quelle che io stesso evidenziai, in qualità di relatore di minoranza, al momento dell’istituzione dell’Atim e anche con quelle contenute in decine di atti ispettivi che il gruppo assembleare del Partito Democratico ha presentato in questi due anni. “
Chiosa finale del consigliere regionale Maurizio Mangialardi, che sempre in tema di sprechi torna a sottolineare la questione dei testimonial Roberto Mancini: “Si tratta di un esempio da manuale di come ha operato Atim. Il nostro gruppo propone sin dall’agosto 2023 di rinegoziare o rescindere il contratto con l’ex Ct della Nazionale Italiana dopo le sue dimissioni e il trasferimento in Arabia Saudita. Sarebbe stata la cosa più logica per evitare sprechi di risorse: tutti si rendevano conto che Mancini non poteva più ricoprire quel ruolo di testimonial delle Marche da allenatore della nazionale saudita. Ma Atim e il presidente Acquaroli non hanno voluto ascoltare: hanno preferito ignorare il problema, mentre in modo ipocrita facevano scomparire Mancini da tutti gli spot, dalle pubblicità, dai cartelloni, dato che non era più un testimonial spendibile. C’è voluto un anno, ma alla fine anche Atim ha compreso che bisognava rivedere il rapporto con Mancini: così, lo scorso 31 luglio, veniva approvato un addendum al contratto il ruolo di Roberto Mancini come testimonial è delimitato a un solo territorio. Insomma, Regione Marche continuerà a pagare fino all’ultimo centesimo i 615 mila euro a Mancini per fare il testimonial solo in Arabia Saudita! Un investimento decisamente sproporzionato visti i volumi quasi nulli del turismo saudita verso le Marche.”
foto : gli uffici ATIM