Ancona.- Un terzo della forza lavoro dell’agricoltura marchigiana è extracomunitaria con circa 5mila persone all’opera per le raccolte dell’uva, degli ortaggi e della frutta ma anche impiegati nelle campagne cerealicole o nella zootecnia.
È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Inps rispetto al click day del 27 marzo 2023 per l’arrivo in Italia dei lavoratori extracomunitari previsti dal decreto flussi con il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri). “Nelle Marche – spiegano da Coldiretti – la maggior parte degli stranieri occupati in agricoltura arriva dal Pakistan, dall’India, dal Marocco e dalla Tunisia e non mancano iniziative imprenditoriali visto che oltre 500 aziende agricole, il 2,3% del totale, sono gestite da stranieri secondo i dati della Camera di Commercio delle Marche”. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, oltre il 90% dei contratti è a tempo determinato.
Il nuovo Dpcm di programmazione transitoria dei flussi stabilisce 82.705 ingressi, in aumento rispetto ai 69.700 dell’anno precedente ma le quote per lavoro stagionale, attese principalmente nelle campagne, ammontano a 44.000 unità (contro le 42.000 dello scorso anno) delle quali 1.500 riservate alle nuove richieste di nulla osta stagionale pluriennale, ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione. Persone che arrivano dall’estero ogni anno per la stagione e che poi tornano nel proprio Paese.
“La vera ed importante novità di questo decreto – sostiene Coldiretti- è la riconferma del rilascio di quote stagionali di ingresso riservate alle Associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22.000 unità (erano 14.000 l’anno prima), a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per rendere strutturale la norma sperimentale introdotta dal decreto semplificazione (Dl 73/2022), sostenuta dalla Coldiretti. Le richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro, che avranno priorità sulla generalità delle istanze, saranno preventivamente verificate dalle organizzazioni professionali”-