Ancona 15 maggio.- “Se chiude il traforo del Gran Sasso si avrà una perdita di almeno il 35 per cento del fatturato per 3.118 imprese di trasporto merci e 120 imprese di trasporto persone che esercitano la loro attività nelle Marche ed hanno rapporti di lavoro con Roma e con le regioni del Mezzogiorno”. Lo afferma in una nota allarmata, Roberto Grazioli (foto) presidente degli autotrasportatori della Cna Marche. Secondo lui la chiusura del traforo autostradale abruzzese “ è una ipotesi che va evitata a tutti i costi.”
“Non si può interrompere il principale asse di collegamento tirreno-adriatico in Italia centrale. Lo stop”sostiene il responsabile Cna Fita, Riccardo Battisti “arrecherebbe danni incalcolabili all’economia e metterebbe in ginocchio aree già duramente colpite dal terremoto. E’ paradossale che, invece di accelerare la realizzazione di infrastrutture e di pensare a collegamenti più efficienti in tutta Italia, e soprattutto nelle aree interne, si marci al passo del gambero penalizzando la vivibilità e la competitività del nostro Paese.”
Eppure, secondo l’associazione artigiani, una soluzione a questi stop improvvisi la si poteva trovare. Basterebbe applicare il Codice della strada, che fin dal 1992 prevede la costituzione di un Archivio nazionale delle strade. Uno strumento mirato a conoscere lo stato di ogni tratto viario, a programmarne la manutenzione, a garantirne la messa in sicurezza, a individuare percorsi alternativi consentendo alle imprese di contenere i costi.
La vicenda Gran Sasso rischia di abbattersi come un macigno su un settore già in gravi difficoltà. Nelle Marche, negli ultimi dieci anni ha perso 1.145 imprese, scendendo dalle 4.463 aziende attive nel 2008 alle 3.318 del 2018, pari al 25 per cento in meno. Praticamente dall’inizio delle crisi si è spento un motore su quattro e si sono persi 4 mila posti di lavoro. Solo lo scorso anno hanno cessato l’attività 85 imprese con la perdita di 300 occupati.