Ascoli Piceno 8 aprile.-Il lockdown deciso dal Governo per arginare il pericolo della diffusione del coronavirus, sta avendo un impatto devastante su buona parte dell’economia marchigiana. Quasi tutti i settori sono stati colpiti dalla nuova crisi, ma alcuni di essi hanno avuto un crollo totale.
A cominciare dal turismo, dal comparto enologico e dalla moda. Il turismo accusa perdite dirette pari al 70 % del fatturato ordinario, e le aspettative per il futuro sono ancora più negative se gli effetti psicologici dell’emergenza non andranno a scemare nei prossimi mesi. L’estate comunque, sarà diversa tutte quelle recenti.
Quanto alla produzione vitivinicola, secondo l’Istituto di Tutela Vini la pandemia ha messo in ginoccho migliaia di aziende, con effetti pesantissimi soprattutto sulle imprese più piccole del territorio e che avrebbero subito cali delle vendite del 90%.Secondo Alberto Mazzoni, direttore dell’IMT serve “uno shock finanziario che vada ben oltre i prestiti a 6 anni annunciati dal Governo che rischiano di appesantire con un ulteriore fardello, da estinguersi in tempi troppo brevi, una posizione finanziaria già molto critica delle aziende. Nella griglia delle ripartenze – prosegue – è chiaro che il nostro comparto si posizionerà giocoforza in coda, al pari dei suoi principali canali partner come quello della ristorazione e del turismo, ma c’è voglia di reagire con altrettante misure forti da intraprendere assieme alla Regione. E noi stiamo infatti studiando una campagna promozionale di tutto il sistema agroalimentare marchigiano.”
Non va meglio per il settore della moda – tessile-calzaturiero e indotto – che fattura 2 miliardi l’anno e che è quello che esporta di più. Un simbolo delle attività marchigiane che con la crisi attuale rischia di compromettere non solo la stagione 2020, ma anche quella successiva, poiché il lavoro preparatorio si svolge con un anticipo di 12 mesi rispetto alla vendita finale del prodotto.
“Un comparto così importante – afferma il senatore Francesco Battistoni, coordinatore regionale di Forza Italia – deve essere tutelato perché dopo diverse settimane di lockdown, rischia conseguenze negative non solo sugli imprenditori tenaci ed innovativi che stanno investendo capillarmente, ma anche soprattutto da un punto di vista occupazionale. Ci aspettiamo un’attenzione specifica che mi auguro possa garantire continuità all’intera filiera, storica eccellenza del made in Italy, perché, le risposte arrivate in questi giorni non sono sufficienti.”
Ed è chiaro che la riconversione nella produzione di mascherine e camici, per quanto utilissima al momento, non aiuterà nel medio periodo a superare gli effetti dell’emergenza sanitaria.