Dal comitato Diritti al Futuro riceviamo e pubblichiamo come contributo al dibattito sul tema dell’alluvione del 2022 :
Senigallia (An).- “Il 16 settembre, un anno dopo. Sono passati pochi giorni dal sopralluogo nelle aree interne di Via San Fortunato, via Colle Leva e Via Cone, a Serra De Conti e presso la frazione Magnadorsa ad Arcevia.
Noi di Diritti al Futuro, assieme a diversi esponenti, che ricoprono vari incarichi cittadini, provinciali, regionali e nazionali del Partito Democratico, siamo stati accompagnati in questo “tour dello sconforto” da cittadini ed esponenti amministrativi dei comuni della valle del Misa.
Il Vicesindaco di Serra De Conti, il dott. Pieramelio Baldelli, geologo, ci ha ripetuto di nuovo, in loco, la dinamica degli eventi disastrosi nella notte del 15 settembre e quanto svolto successivamente per il ripristino della normalità (poco o niente ad eccezione della rimozione di fascine e detriti nell’alveo).
È parso evidente che le vistose cicatrici degli argini e le voragini al posto dei ponti, i cui rimasugli restano a poche decine di metri, così come i tronchi sradicati attendono nel letto torrentizio, necessitano interventi urgenti per evitare che la prima pioggia abbondante replichi ulteriori disastri, visto lo stato di abbandono in cui sono lasciati vasti territori.
Il proprietario del mulino Spoletini di Magnadorsa, una attività agricola famosa nel territorio ed in crescita, ci ha segnalato la condizione di isolamento che compromette la sua attività imprenditoriale, come altre, poiché il ponte è stato distrutto dall’alluvione, gli argini sono stati deteriorati e vi sono ancora tronchi imponenti adagiati sul letto.
Per raggiungere la sua attività bisogna fare alcuni km in più, oppure scendere nell’argine, camminare in equilibrio sui tronchi ed arrampicarsi sul dirupo, come ha fatto lui per parlarci direttamente. La mancanza di ponti sul territorio ha influito negativamente, diremmo compromesso attività agricole, produttive e circolazione stradale, e rallentato e complicato il trasporto scolastico ed il traffico veicolare quotidiano di chi si reca al posto di lavoro.
Per chi di noi risiede nei dei borghi di Senigallia sta accadendo la stessa cosa con l’interruzione del ponte che collega Vallone e la Cannella. Più volte i nostri interlocutori ci hanno ripetuto che, non si tratta di dirottare fondi ed interventi da Senigallia alle zone interne poiché sono consapevoli dell’importanza di Senigallia come biglietto da visita per il turismo, da mare a valle, ma essi sostengono che bisogna partire a monte prima di risolvere a valle, altrimenti tantissimi soldi saranno stati spesi invano senza alcuna soluzione efficace.
Sovente ci hanno ripetuto che chi interviene non possiede quella conoscenza primigenia di chi nel territorio abita da sempre e da generazioni e che non vengono mai consultati o coinvolti nei processi decisionali. È evidente che manca una visione di sistema, un mantra, che ci ripetono spesso e che appare evidente a tutti.
Ci appare una strana coincidenza l’incontro pubblico di sabato 23 settembre promosso dalla associazione APS-Novum con presenza del sindaco e dell’assessora Campagnolo calendarizzato nello stesso giorno ed orario a quello organizzato da Diritti al Futuro e dal PD delle valli Misa e del Nevola al circolo Acli Falco di Casine di Ostra.
Nel calendario degli incontri ritorna la barra di fiume, il molo di levante, il canale scolmatore e via via proseguendo fino ad arrivare al fosso scolmatore Penna, insomma una riflessione che dimentica totalmente la visione di sistema concentrandosi i ancora sull’ultimo tratto con approcci, ad essere benevoli, obsoleti ed inefficaci ma dispendiosi ed inutili, oltre a promuovere una visione del problema veramente artigianale. Con la nostra azione politica il movimento civico Diritti al Futuro accende un faro sul territorio interno e sulle esigenze dei cittadini della valle, simili e condivisibili anche dalle nostre comunità delle frazioni, e continuerà a tampinare attraverso iniziative politiche ed articoli coloro che presiedono ai processi decisionali per chiedere interventi razionali, tempestivi, condivisi con le comunità e che non dimentichino nessuno, ma soprattutto organici e di sistema.”