Smerillo 24 set.- Cresce la colonia britannica nel cuore dell’entroterra marchigiano. Già forte di una presenza storica che interessa soprattutto l’area montana e collinare del fermano e del maceratese, il gruppo sempre più nutrito di sudditi di Sua Maestà continua a ritenere le nostre terre uno dei luoghi più belli e tranquilli al mondo. Luoghi e paesi, non solo dove venire a trascorrere vacanze o menti di svago, ma anche a viverci. E ciò nonostante gli effetti del sisma recente, delle crisi finanziarie internazionali e di tutto il resto. L’ultimo caso è quello dell’Ambasciatore inglese in un importante Paese asiatico, che nella zona di Smerillo (Fermo) si sta facendo costruire una dimora principesca – sullo stile delle ville dell’antica Roma – per una cifra di 2 milioni di euro. Il diplomatico, abituè dell’area collinare tra Santa Vittoria , Monte San Martino e borghi limitrofi, non sta badando a spese per realizzare il suo buen ritiro in campagna, lontano mille miglia dalle preoccupazione geopolitiche internazionali. Sempre nella stessa zona, hanno già preso casa il chitarrista dei Radiohead , Jonny Greenwood – che è tra l’altro, insieme a molte famiglie inglesi che ogni estate tornano nelle Marche , un ospite fisso di uno storico ristorante di Santa Vittoria – mentre altri stranieri danarosi hanno investito per altri scopi. Tra questi anche degli austriaci, che in quel fazzoletto di terra alle pendici del Monti Sibillini hanno comprato dei vigneti per produrre vino di qualità e venderlo nella loro patria. Tutto questo movimento di stranieri, per lo più nordeuropei ha fatto crescere non solo il prezzo di vendita dei casolari e delle abitazioni dei borghi del territorio, ma anche quello degli affitti. Tanto che- complici anche recenti difficoltà di accesso ai mutui bancari da parte di compratori esteri di alcune nazioni, questi affitti hanno toccato anche i 3 mila euro a settimana. Cifre enormi per il territorio montano fermano e maceratese, che se da un lato potrebbero scoraggiare il turista medio o quello mordi e fuggi, non solo italiano, dall’altro potrebbe però far di molto crescere l’apporto di valuta e quindi in prospettiva anche l’economia locale, da tempo in crisi per il progressivo abbandono dei centri montani e ora anche per i danni prodotti dal terremoto. Tutto questo flusso discreto, lento ma costante di capitali, dovrebbe essere incoraggiato in maniera strutturata da parte delle istituzioni locali a fini di rilancio del benessere sociale dell’area, favorendo iniziative e progetti che portino anche investimenti produttivi e di lungo periodo . Ma tutto cià ancora non avviene.