San Benedetto del T. (Ap).- C’è una riscossa dei poteri pubblici contro le Big Tech che negli ultimi anni hanno spadroneggiato nel mondo digitale ed anche reale, espropriando la sovranità popolare e aggirando leggi e Costituzioni nazionali ?
Si, secondo Guido Stazi, Segretario generale dell’Autorità della Concorrenza e del Mercato e tra i massimi esperti del settore. L’economista ne ha parlato a San Benedetto mercoledi 5 aprile, intervenendo al convegno di studi promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche – insieme a Commissione europea e Regione Marche – e coordinato dalla prof.ssa Marta Cerioni, docente del Dipartimento di Management.
Ripercorrendo davanti ad una folta platea di studenti ed autorità locali la storia del rapporto tra istituzioni pubbliche e multinazionali private nell’ultimo secolo – con esempi tratti anche da vicende dei secoli scorsi, tra cui la Compagnia delle Indie – Guido Stazi ha tracciato un quadro illuminante dell’evoluzione di questa relazione contrastata e che oggi nell’era del ciberspazio sta assumendo rilievi impensabili, mettendo a rischio la stessa tenuta della democrazie occidentali : “Dalla narrazione positiva della poetica dei garage ( vedi Bill Gates o Steve Jobs) e della distruzione creativa – ha detto il Segretario dell’Antitrust – si è arrivati ad una situazione preoccupante che ha visto prima della pandemia salire ai primi 5 posti della classifica delle società quotate a Wall Street proprio le 5 bigh del web.
Una concentrazione di potere economico gigantesco che è basato sull’utilizzo dei nostri dati personali come merce per fare affari. Per fortuna nell’ultimo periodo – ha aggiunto Stazi – c’è stata una reazione dei poteri pubblici contro questi Stati paralleli, prima nell’Unione Europea ( multa a Google per 8 miliardi) e poi anche in parte negli Usa. Ma la lotta è ancora lunga, perchè il mondo digitale corre e si modifica ad una velocità elevata e le istituzioni fanno fatica a stare al passo con i tempi.”
Prima del Segretario dell’Autorità per la Concorrenza, al convegno di San Benedetto al quale hanno relazionato anche Giovanni Calabrò ( Affari legali dell’Antitrust), Roberto Sommella direttore di Milano Finanza e Barbara Fioravanti del Centro Europe Direct della Regione Marche, aveva introdotto i temi portanti dell’incontro-lezione la prof.ssa Marta Cerioni, docente di Diritto delle istituzioni pubbliche.
La Cerioni ha prima ricordato le vicende recenti della sospensione da parte del Garante della Privacy di ChatGPT e della querelle tra Meta e Siae per i diritti sui contenuti musicali, e poi affrontato i nodi delle potenzialità ma anche dei rischi legati allo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale : “I Big data sono il petrolio dell’era attuale e proprio per questo chi li utilizza non può agire al di fuori di leggi e controlli.
Lo ha capito la UE con il Regolamento sull’IA a protezione dei diritti dei cittadini ed ora è necessario che si vada ad un armonizzazione delle legislazioni nazionali sulla questione. La sfida per il futuro – ha sostenuto la Cerioni – è quella di trovare una terza via tra il modello liberista degli Stati Uniti e quello autoritario della Cina. Come affermò Dossetti, tra i nostri padri costituenti : la persona umana prima dello Stato e del mercato.”
Insomma, una sfida davvero ardua che comunque deve essere affrontata per evitare che il mondo occidentale perda completamente i suoi valori storici di riferimento.
Marco Traini
foto : da sx Cerioni, Stazi, Sommella, Calabrò