Arquata del Tronto (Ap) 1 ottobre.- Verrà inaugurato nei prossimi giorni ad Arquata del Tronto il nuovo campo sportivo comunale . Sarà a disposizione dei residenti nella zona dell’area Sae di Borgo 1. Una bella iniziativa, portata a termine grazie alla solidarietà di molti , in tutta Italia e al sostegno di un grande gruppo della ristorazione. La nuova struttura polifunzionale di certo porterà benefici e vantaggi alla comunità locale, che vive nelle “casette” installate dopo il terremoto del 2016, dando forse una speranza per la ripresa futura.
Ma il lato positivo della vicenda, di per sè lodevole e molto utile, si ferma qui. Intanto c’è da sottolineare che, come in tutte le principali strutture sociali realizzate sul territorio arquatano l’intervento privato è stato decisivo. Con aziende, fondazioni e gruppi industriali che hanno lanciato negli ultimi 4 anni campagne di raccolta fondi e poi costruito in pochi mesi luoghi di aggregazione, scuole ed edifici polifunzionali indispensabili per evitare che la vita civile di Arquata e delle sue varie frazioni finisse con la distruzione provocata dal sisma ( perfino John Elkann, presidente della Fca venne in paese per l’inaugurazione di una scuola nel maggio 2017).
Per non dire poi di iniziative ancora più rilevanti e concrete come quella di Diego Della Valle, che ha avviato una piccola fabbrica vicino alla statale Salaria. Tutti privati, imprese, donatori italiani ed esteri ma niente o quasi di pubblico, nonostante i miliardi di euro annunciati per anni da tutte le massime autorità nazionali ed europee accorse sul posto nei primi anni dopo la tragedia.
E infatti la ricostruzione pubblica e privata, ad oltre 4 anni dagli eventi stenta molto a partire. Ed in alcuni casi si può dire che è ferma, se guardiamo al complesso del territorio e non a singoli progetti edilizi. Il bando per la perimetrazione del capoluogo e delle 6 frazioni del paese è stato vinto dall’architetto milanese Stefano Boeri appena nel maggio 2020, e non è difficile immaginare che passeranno ancora molti mesi prima che si definisca un progetto generale per capire dove e come si può ricostruire ( e se le risorse basteranno).
Dando per scontato che Pescara del Tronto non verrà ricostruita, per il Borgo e tutte le zone distrutte a nord del Tronto – Piedilama, Pretare ed altre – i residenti che sperano da tempo in un ritorno a casa , dovranno ancora aspettare chissà quanto tempo.
E quale sia ancora oggi, 1 ottobre 2020 lo stato delle cose sul territorio è facile constatarlo semplicemente attraversando le frazioni arquatane. C’è da sperare, che dopo una piccola accellerazione data dall’Ordinanza 100 dell’ultimo Commissario Legnini sulla semplificazione delle procedure burocratiche – anche se gli effetti devono ancora dispiegarsi – la nuova Giunta regionale di destra guidata da Francesco Acquaroli sia capace di dare una svolta al percorso di rinascita, in tutte le province marchigiane colpite dal sisma. Su questo anche si vedrà poi se vi sarà stato un vero rinnovamento nella classe politica locale. Intanto per centinaia di persone si avvicina il quinto inverno nelle casette..
Marco Traini