Ascoli, fatturato dimezzato per metà delle imprese. Allarme Cna

Ascoli.- Economia, imprese e lavoro presentano il “conto”, nell’immediato e in prospettiva, per i primi sei mesi dell’anno appena iniziato. Nel Piceno 5 imprese su 10 stanno avendo un trend di fatturato inferiore, a seconda delle tipologie di azienda, che va dal 50 al 70 per cento in meno rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Mentre solo 3 imprese su 10 dichiarano di essere riuscite a mantenere un fatturato stabile. I dati dell’Istat e del Centro studi della Cna delle Marche, elaborate per la provincia Picena, fotografano una situazione estremamente complessa, delicata e fragile. Adesso e, quantomeno, per il primo semestre dell’anno. Due imprese su 10, invece, stanno registrando un sia pur leggero aumento del fatturato. “Questi primi dati congiunturali di inizio anno – è la valutazione di Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – dimostrano quello che sapevamo. Ovvero una contrazione gravissima di tutti i parametri delle aziende, dal fatturato all’occupazione, agli investimenti. Da evidenziare, però, a nostro avviso, quelle imprese che in qualche modo non segnalano un grafico in picchiata. Perché? Innovazione, diversificazione delle linee produttive, marketing innovativo e attenta utilizzazione dei sostegni possono fare la differenza. Vaccinazioni sul fronte salute e Recovery Fund su quello economico, su questo si dovrà progettare il futuro”.

Innovazione e costruzione del futuro confermati anche dai primi dati tendenziali dell’anno, elaborati dalla Cna territoriale. Si tratta di numeri che vanno letti in un clima di emergenza. Ma che per il Piceno dicono che se poco più del 20 per cento delle imprese del territorio ha contratto gli investimenti, per contro, quasi il 10 per cento li ha incrementati proprio alla ricerca di nuovi spiragli di vitalità imprenditoriale. E un altro 20 per cento sta riuscendo a mantenerli stabili. In Italia, per contro e come termine di paragone, solo il 6 per cento delle imprese riesce ancora a investire, ovvero circa 4 punti percentuali in meno rispetto a quello che stanno facendo le imprese della provincia di Ascoli.

La criticità delle prospettive, rileva sempre Cna Picena, sta però anche nel movimento previsto delle imprese, inteso come cessazioni e nuove aperture di attività. Nelle Marche, infatti, per il 2021 il Centro studi della Cna prevede un calo “storico” delle iscrizioni pari a circa il 23 per cento rispetto al biennio precedente, con punte di meno 28 per cento nel primo semestre e una timida risalita a meno 17 per cento nel secondo semestre 2021. Nel Piceno il calo stimato è inferiore a quello delle altre province, ma si attesta a un meno 20 per cento, ovvero 3 punti in più rispetto alla previsione della media nazionale. “Imprese che resistono ma al contempo un’ovvia e comprensibile minore propensione a crearne di nuove – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno – Una situazione che deve fare ulteriormente riflettere sugli interventi di sostegno. Ovvero per la formazione dei giovani e per il massimo delle agevolazioni possibili a quelle aziende che provano ad assumere e ampliare gli organici, anche in prospettiva di nuove linee di prodotto e innovazioni che innesti freschi nel quadro aziendale possono portare come positivo valore aggiunto”.

“La nostra prossima assemblea straordinaria del territorio, prevista online per martedì 23 febbraio – conclude il direttore Cna, Balloni – proseguirà nel nostro impegno di approfondimento e di indirizzo per le imprese riguardo proprio a temi caldi e strategici come la creazione di impresa e tutte le relative misure di sostegno e incentivazione che è possibile mettere in campo adesso e per il futuro prossimo e venturo”.

 

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