Ascoli.- Sarà discusa mercoledì pomeriggio un’interrogazione consiliare presentata dai consiglieri di opposizione di Ascoli in merito alle problematiche della sanità pubblica in città e nel Piceno.
“Riteniamo che di sanità, che ricordiamo è un diritto di tutte le persone, non se ne possa parlare solo in campagna elettorale, con siparietti di dubbio gusto. La situazione è disastrosa e pensiamo sia arrivata l’ora di agire” affermano i rappresentanti del centrosinistra Francesco Ameli, Gregorio Cappelli, Andrea Dominici, Marta Luzi, Marcucci Manuela, Emidio Nardini e Angelo Procaccini.
“Purtroppo anche ad Ascoli si stanno negando ai cittadini l’accesso alle cure e il diritto alla salute” . Per gli esponenti dei gruppi consiliari Ascolto e Partecipazione, Ascoli Bene comune e Partito Democratico “ci sono liste di attesa infinite o addirittura chiuse per accedere a esami diagnostici a cui si sommano liste per gli interventi, addirittura anche quelli di carattere oncologico.
Francesco Ameli con Ely Schlein in campagna elettorale
C’è carenza di personale che comporta difficoltà a coprire i turni, che sottopone gli operatori a carichi di lavoro insostenibili, che genera un clima di nervosismo e insoddisfazione. Non è un caso” aggiungono i consiglieri comunali “se si assiste a una fuga verso altre strutture. Al Mazzoni c’è un taglio strutturale dei posti letto: 9 in meno in Nefrologia, 2 in Patologia Neonatale con Urologia ancora accorpata con la Chirurgia. Questa diminuzione comporta gravi difficoltà nella programmazione dei ricoveri e nell’accettazione delle urgenze. Pensiamo che tale carenza non può essere gestita come emergenza ricorrendo a Infermieri interinali, a medici in quiescenza e alle prestazioni aggiuntive. Soluzioni dispendiose e non definitive, come evidenziato anche dalla Corte dei Conti.”
Per i consiglieri di opposizione il Piceno deve scontare anche un “aumento considerevole della mobilità passiva” visto che i cittadini non trovano risposte nella sanità locale : “Era stato promesso che la sanità del nostro territorio non sarebbe più stata la Cenerentola delle Marche; promessa mantenuta. Ora, per rimanere nell’ambito delle favole” ironizzano i consiglieri “si può definire la Piccola Fiammiferaia”.