Ascoli.- Tre comitati cittadini e Legambiente contro il progetto di una nuova discarica gestita dalla Ciip spa nell’Altro Bretta, presso l’area controllata dalla Geta. Critiche puntuali, tecniche e giuridiche verso un’iniziativa che potrebbe avere un importante impatto ambientale sul territorio vicino ad Ascoli. I comitati “Ascolto e Partecipazione” – che ha rappresentanti in consiglio comunale – “Ci rfiutiamo” e “Tutela del Bretta” illustrano la loro posizione, premettendo comunque che la prevista “ vasca di discarica che la CIIP vuole acquistare non è ancora effettivamente acquisita, per quanto esista un accordo preliminare come da documento in nostro possesso.”
“L’accordo è apparentemente scaturito – dicono Legambiente e gli altri – a quanto riferitoci, non da uno studio dettagliato di fattibilità su costi, benefici, rischi, compatibilità con una gestione ottimale del territorio, risultanze di consultazioni con territorio ma da un informale contatto con rappresentanti della ditta titolare del terreno (GETA) in cui si andrebbe a realizzare la discarica, che ha messo in evidenza “l’opportunità” rappresentata dalla disponibilità di tale terreno al fine in oggetto.
Si tratta dunque di una specie di opzione che la CIIP si è assicurata, al momento almeno a costo zero, per eventualmente usarla per conferire fanghi di depurazione, con obiettivi di risparmio economico. Oppure, in caso diverso, eventualmente come risorsa da “girare” a terze parti interessate.”
Sempre secondo i comitati citati “dall’accordo preliminare appare comunque che il recesso dalla compravendita sia collegato esclusivamente all’eventuale esito positivo delle valutazioni tecniche sulla destinazione urbanistica del terreno. Non è chiaro quindi se in caso di esito positivo delle stesse, la CIIP sarà comunque a questo punto tenuta all’acquisto a prescindere da eventuali studi di fattibilità a quel punto effettuati. Non ci sono stati forniti peraltro – aggiungono Legambiente e gli altri – elementi a riguardo della condizione, prevista nel testo dell’accordo preliminare di compravendita, che la transazione possa procedere qualora l’Amministrazione Provinciale non includa la discarica in oggetto nel Piano d’Ambito che dovrebbe regolare la gestione complessiva dei rifiuti urbani. Piano già peraltro ancora non definito, nonostante il grave ritardo sui tempi previsti.”
Per i comitati del territorio inoltre,” forse a causa delle notevoli dimensioni della vasca prospettata, la CIIP eventualmente farebbe uso solo di una parte, per concedere a terzi l’uso della porzione restante per conferire rifiuti urbani. Ma non è ancora chiaro se l’area interessata dalla discarica in oggetto risulti quella già oggetto del ricorso dei Comitati contro la realizzazione della IV vasca presso l’area in questione, controllata dalla GETA. In tal caso ci risulta che l’unico uso possibile sarebbe per il conferimento fanghi, per cui solo la CIIP potrebbe avvalersi della discarica stessa.
La normativa prevede – aggiungono – inoltre che la quantità di fanghi da conferire potrà essere soltanto circa il 25 % della massa dei rifiuti totali, onde evitare il collasso della vasca stessa, per cui la CIIP dovrebbe specificare la sua proposta dettagliando il restante 75%, cioè dicendo esplicitamente quali altri materiali intende conferire e“mischiare” ai fanghi di depurazione. Perché puntare poi a conferire fanghi in discarica invece di investire su trattamenti oggi riconosciuti come migliori, e imposti dalle nuove normative europee sull’Economia Circolare?
I biodigestori possono essere invece una alternativa valida per l’impiego agricolo, anche in base allo studio dell’Istituto Superiore della Sanità. L’obiezione che i biodigestori sono costosi è debole, e fondata per lo più sull’erronea e fuorviante assunzione che debbano produrre necessariamente un ritorno economico, per cui vengono usualmente concepiti di dimensioni eccessive rispetto al bisogno funzionale del territorio di riferimento. Piccoli impianti sono economicamente fattibili.”