Ancona – “Mentre il Parlamento procede spedito nell’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata, i marchigiani non conoscono ancora cosa ne pensa la giunta regionale del presidente Acquaroli e la maggioranza di centrodestra.”
Così il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, che da tempo sollecita la giunta e consiglio regionale con interrogazioni e mozioni affinché si apra nelle Marche un ampio confronto sul disegno di legge riguardante le disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 23 gennaio e trasmesso il giorno successivo alla Camera dei deputati.
“Altre Regioni hanno dichiarato da tempo la loro contrarietà– sostiene Cesetti- forti anche delle preoccupazioni espresse da Bankitalia, secondo la quale la legge potrebbe non avere copertura finanziaria, della Commissione europea, che vede messa rischio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica, e dello stesso Ufficio parlamentare di Bilancio, che evidenzia incertezze sulla possibile dinamica delle risorse regionali negli anni successivi all’approvazione dell’intesa.
Temi delicatissimi, dunque su cui sarebbe necessario coinvolgere le autonomie locali, il mondo dell’impresa e del lavoro, i cittadini, per far capire loro gli effetti che questa legge produrrà nella nostra regione.”
Per il consigliere Pd invece, la giunta regionale ha deciso di “far calare sulla questione una spessa cappa di silenzio. Perché? Il dubbio che questa legge, così come pensata e voluta da Meloni e Salvini nello scambio tra premierato e autonomia differenziata, sia dannosa per le Marche appare più che fondato. E probabilmente a Palazzo Raffaello è arrivato l’ordine da Roma di non disturbare i manovratori”.
Da notare che dopo l’approvazione da parte del Senato si sono moltiplicati i pareri negativi sul testo elaborato dal ministro Calderoli. Un modello di autonomia anomalo nel panorama europeo che rischia- secondo molti esperti e costituzionalisti una frammentazione del Paese ed una crescita delle disuguaglianze tra Nord e Sud.