Beko Fabriano, a rischio 30 posti : sciopero Fiom

Fabriano (An).- E’ grande la preoccupazione dopo l’annuncio della BEKO Europe di voler procedere con la chiusura di due stabilimenti polacchi, con relativo trasferimento delle produzioni in Turchia ed in Romania.

Le ricadute di questa operazione sono pesanti anche sul territorio di Fabriano: infatti sono 14 le funzioni impattate al 100%, alte professionalità tutte dedicate allo sviluppo dei modelli dello stabilimento di Lodz; una forte riduzione del carico di lavoro per almeno un’altra ventina di ingegneri, che lavorano cross functional sia sulle piattaforme Dryer che sul Lavaggio.

La FIOM di Ancona esprime la propria preoccupazione per le conseguenze che possono derivare da una riorganizzazione in una fase così inedita complessa e torna a chiedere con forza l’intervento della Regione e del Governo a difesa delle funzioni e delle fabbriche italiane.

Già dalle prime operazioni messe in campo dalla multinazionale, si capirà quelle che sono le reali intenzioni: ad esempio le persone di Fabriano impattate potrebbero essere dirottate in breve tempo sullo sviluppo dei prodotti dello stabilimento di Ulmi (Romania) ma non possiamo dimenticare le ridondanze annunciate qualche tempo fa da i massimi vertici della Turchia, che rischiano di riguardare sia le sedi impiegatizie che le fabbriche, come già successo in Polonia.

“Duecento milioni di euro di sinergie internazionali – dichiara la FIOM – non possono essere solamente soppressioni e chiusure di stabilimenti, il Governo intervenga e chieda chiarimenti, andando ben oltre l’annuncio di un impegno a non delocalizzare!

E’ fondamentale valorizzare le nostre competenze e professionalità per riempire le linee produttive delle fabbriche con nuovi modelli che dovrebbero essere sviluppati, cosa che purtroppo non sta avvenendo neanche a livello di integrazione delle piattaforme.”

Giovedì 12 settembre è previsto uno sciopero generale di gruppo per un piano industriale che secondo il sindacato deve tutelare e preservare il lavoro e valorizzare le fabbriche italiane.

foto d’archivio

 

Comments are closed.