Bernetti presidente dell’Istituto marchigiano tutela vini

Verona. È Michele Bernetti, titolare della cantina Umani Ronchi, il nuovo presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), il maxi-consorzio diretto da Alberto Mazzoni che conta 556 aziende e 16 denominazioni tutelate. Bernetti, che raccoglie il testimone da Antonio Centocanti, è stato eletto all’unanimità dal consiglio di amministrazione del consorzio che rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e la maggioranza delle esportazioni regionali. Ad affiancarlo, il confermato vicepresidente Doriano Marchetti (Moncaro) e il nuovo vicepresidente Antonio Centocanti (Cantine Belisario). Le nomine, della durata di tre anni, sono state annunciate oggi nel corso della 54^ edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 10 al 13 aprile.

“Nel mio mandato triennale il focus sarà legato agli obiettivi istituzionali propri del Consorzio, a partire dalla tutela delle nostre Dop anche attraverso le fascette di Stato, che già hanno portato a degli interessanti risultati per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica. Questa novità ha suscitato l’interesse delle altre denominazioni che si stanno confrontando sulla possibilità di adottare le fascette non solo per garantire maggiori garanzie al consumatore ma anche rendere più remunerativo il lavoro di chi coltiva l’uva. Altro obiettivo istituzionale è quello della promozione: le Marche sono una regione in grado di esprimere una qualità spesso ancora poco valorizzata. Inoltre, cercheremo di portare a termine molti programmi promozionali internazionali che abbiamo dovuto interrompere nel corso del biennio pandemico.

L’aspetto però più importante e trasversale a tutte le 16 Doc dell’area – ha aggiunto il neopresidente di Imt – è legato all’incremento del valore del prodotto e della redistribuzione dello stesso lungo la filiera produttiva. Una sfida che abbiamo l’obbligo di perseguire e vincere. L’ultimo tema è legato alla revisione in atto, a cura dei diversi comitati delle denominazioni, di alcuni disciplinari nati ormai anni fa – a partire da quello del Verdicchio dei Castelli di Jesi ma che riguarda anche Conero e Verdicchio di Matelica – con l’intenzione di adeguarli alle tendenze di mercato attuali. Su questo percorso, che mi vede molto favorevole, i comitati avranno il pieno appoggio dell’Istituto marchigiano di tutela vini”.

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