Ancona 26 ottobre. In che Paese viviamo ? In che mondo vogliono trascinarci ? Ben 12 mila anziani e ospiti disabili delle Rsa delle Marche aspettano da mesi che si sblocchino le visite dei loro parenti. Ma se la situazione era difficile prima, ora è tornata farsi drammatica. Con i nuovi Dpcm – che sono solo atti amministrativi, non decreti legge – del 13 e 24 ottobre si conferma un quadro di chiusura delle strutture che sta provocando enormi sofferenze a migliaia di persone in tutta la regione. I Dpcm demandano la decisione ai direttori sanitari delle Rsa, ma molte strutture stanno confermando il blocco degli accessi. Sulla vicenda torna a protestare il Gruppo marchigiano di Solidarietà ( sede a Maiolati Spointi), inviando un comunicato stampa sottoscritto anche da ANGSA (associazione genitori soggetti autistici) Marche, ACLI (Associazione cristiana lavoratori italiani) Marche, Fondazione Paladini Ancona, Cooperativa Papa Giovanni XXIII, UILDM (Unione italiana lotta distrofia muscolare) sempre di Ancona.
” In una situazione già molto difficile da oltre sette mesi – si legge nella nota- nella quale in molti casi anche durante l’estate sono rimaste attive forti limitazioni alle visite, il nuovo blocco determina una situazione di fortissima sofferenza nelle persone e nelle famiglie. Ricordiamo che sono oltre 12.000 le persone ricoverate nelle sole residenze per anziani, demenze, disabili, salute mentale della nostra regione. Diciamo chiaramente che il blocco delle visite – proseguono le associazioni – non ci sembra la scelta e la soluzione più responsabile, ma la più semplice e comoda. Se davvero si tiene alla tutela della salute psico fisica delle persone, riteniamo vadano responsabilmente trovate le modalità, anche con fantasia e creatività, per non interrompere le relazioni. Se ciò non viene fatto, difficile non pensare che queste persone vengano ritenute vuoti a perdere”.
Nella nota si sottolinea poi che “ nella gran parte delle residenze, specie quelle per anziani non autosufficienti, lo standard di personale non adeguato rispetto ai bisogni delle persone. Una carenza vicariata, spesso, da familiari o assistenti remunerati dalle famiglie. Né la riduzione generalizzata delle persone ospitate nelle residenze, a causa degli isolamenti per i nuovi ingressi che riducono l’occupazione dei posti, determina aumento degli standard. In molti casi, infatti, il personale è stato proporzionalmente ridotto.”
Data la situazione, il Gruppo solidarietà e le altre associazioni fanno appello alla nuova giunta regionale affinché disponga che “non venga meno il diritto alle relazioni e agli affetti.”