Boom morti sul lavoro nelle Marche, denuncia Uil Ascoli

‏Ascoli Piceno 30 novembre.-Gli infortuni mortali sul lavoro nelle Marche sono aumentati del 62% nei primi 10 mesi del 2019, passando da 16 a 26 decessi. Lo denuncia la Uil di Ascoli Piceno, citando dati dell’Inail.  Un incremento record e molto preoccupante per il quadro locale della sicurezza nei luoghi di lavoro, fabbriche, cantiere edili o aziende che siano. Parlare di allarme ormai è divenuto una routine e non sembra che denunce sindacali, leggi nuove e controlli- molto scarsi a dire il vero- sul territorio, portino ad una modifica della situazione. Di chi la responsabilità ? Probabilmente di tutti, istituzioni politiche, aziende e lavoratori stessi che non prendono le precauzioni necessarie ad evitare rischi incombenti. Ma è chiaro che cambierà qualcosa solo se ci sarà una presa di coscienza generale rispetto ad un problema sociale che non può più essere accettato in un Paese moderno. Naturalmente gli incidenti mortali sono poi solo la punta dell’ iceberg di uno scenario ancora più allarmante sul fronte degli infortuni complessivi ( denunciati) che avvengono quotidianamente sui luoghi di lavoro. Questi nella nostra regione, sempre al 30 ottobre 2019 sono stati ben 15806, con una crescita di 195 casi sull’anno precedente. La parte del leone la fa l ‘industria , dove si sono verificati 12451 infortuni.  Ma tutti i comparti registrano aumenti . Tra le province è  Ancona quella con gli infortuni piu numerosi, con quasi 5500 episodi.  Ultima quella di Ascoli.

‘Gli sforzi delle Istituzioni preposte per arginare questo problema sono ancora troppo pochi- commenta amaramente Guido Bianchini della Uil Ascoli.  A livello nazionale è stato attivato un tavolo di confronto e provvedimenti straordinari da parte del ministro del lavoro. Ma le norme purtroppo non bastano. Bisogna investire di più sull’innovazione, sulla ricerca, sulla formazione delle nuove competenze che possono servire a creare anche condizioni di maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ma soprattutto c’è bisogno di un patto vero tra governo, sindacati e associazioni datoriali, per far rispettare da tutti gli accordi sulla prevenzione’

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