Ascoli.- Le fin troppe difficoltà che da mesi condizionano il mondo del lavoro rischiano di mettere a rischio fiducia e investimento delle imprese del Piceno, con ripercussioni potenzialmente drammatiche per l’economia del territorio.
In questo senso, i segnali negativi registrati dall’Istat nel clima di fiducia delle aziende inducono la CNA di Ascoli Piceno a ribadire “una grave preoccupazione per le sorti del tessuto imprenditoriale del Paese e del Piceno.”
A minacciare seriamente la stabilità le imprese è la spirale inflazionistica che con i suoi aumenti tiene in scacco i conti di famiglie e imprese del territorio. Per tutelare i consumatori e arginare al più presto una grave criticità per l’economia locale e nazionale, la CNA ha scelto con convinzione di aderire al patto contro l’inflazione, constatando come il Governo abbia accolto la richiesta di non limitarlo alla distribuzione e commercio coinvolgendo l’intera filiera dei beni di prima necessità.
In quest’ottica, l’associazione è convinta che il sistema delle pmi da sempre cuore pulsante dell’economia e del Made in Italy, saprà offrire un contributo prezioso per contrastare l’attuale dinamica dei prezzi, gravata ulteriormente dalle forti difficoltà sul piano dell’accesso al credito.
“A questo proposito- sostiene Cna- la politica adottata dalla Banca centrale europea nel tentativo di frenare l’inflazione, con un aumento ormai incontrollato dei tassi di interesse, dal punto di vista dell’associazione rappresenta paradossalmente uno dei fattori di rischio più preoccupanti, come confermato dalla netta contrazione dei prestiti concessi alle imprese.”
Ad agosto, infatti, i finanziamenti in Italia hanno fatto segnare la contrazione più forte rispetto al mese precedente dal 2004 a questa parte, con una flessione del 6,4%. Un calo drastico che, per la CNA di Ascoli Piceno, risulta evidentemente legato alla stretta monetaria imposta dalla Bce, ma anche alle condizioni più stringenti imposte dalle banche e, di conseguenza, a una minore richiesta da parte delle imprese.
In particolare, a pagare il prezzo più alto di questa ondata di crisi saranno con tutta probabilità le aziende attive nel settore delle costruzioni, che con la mancata proroga del Superbonus 110% per i condomini che hanno già avviato i lavori dovranno fronteggiare una crisi senza precedenti.
Per la CNA di Ascoli Piceno la bocciatura da parte della Commissione ambiente e industria del Senato di tutti gli emendamenti per la proroga nell’ambito della conversione del decreto asset avrà “pesantissime ripercussioni su imprese e famiglie, trasformando la conclusione dei lavori in un’utopia per migliaia di condomini che dal prossimo 1 gennaio vedranno scendere il beneficio dal 110% al 70%.”