Calzaturieri di Fermo: Guerra dazi e made in, Europa non perda più tempo ! Incontro con Mov.5Stelle

Fermo 24 agosto.- Continua l’attività in difesa del made in Italy del presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico Enrico Ciccola . “La situazione internazionale è carica di tensione –sostiene l’imprenditore fermano. La guerra dei dazi che è in corso tra Stati Uniti e Cina rischia di avere ripercussioni pesanti anche sull’Italia. anche se è la prima conseguenza di una globalizzazione che ha superato ogni limite accettabile”.

Il rapporto con la politica in questo quadro, per Ciccola diventa determinante: “Da tempo sono in collegamento con gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle, in particolare Laura Agea, che hanno presentato un emendamento al pacchetto Beni, che è la porta di ingresso in Europa per il made in”. Ma non basta e quindi il confronto prosegue a tutto campo: “Oggi discuterò con l’onorevole Nicola Danti che è ospite di una iniziativa politica a Montegranaro. È fondamentale che la battaglia non abbia colore, ancora di più in Europa. L’obiettivo è comune e so che Danti da tempo è impegnato al tavolo europeo per far sì che il made in diventi realtà”.

Il problema è che ogni mese che passa fa aumentare la preoccupazione per il settore calzaturiero che ha proprio nella manifattura locale il suo punto di forza: “A settembre riparte l’attività del Parlamento Europeo – ricorda il presidente dei calzaturieri – e Danti è relatore del pacchetto Beni. Il rischio del semestre bianco è alle porte. Non è possibile che un piano sulla sicurezza dei prodotti approvato dal Parlamento non superi il vaglio del Consiglio. Ed è ancora più assurdo che ora si pensi di farlo passare escludendo l’articolo 7 che proprio riguarda il made in. Mi aspetto una presa di posizione forte dal relatore”.

L’appello finale di Enrico Ciccola, che ha ricevuto la delega sul made in da parte della presidente Annarita Pilotti di Assocalzaturifici, è semplice: “I problemi vanno affrontati partendo dalla realtà. Noi calzaturieri dobbiamo affrontare un costo della manodopera che vale il 50% del costo del prodotto. Se non tuteliamo la qualità che questo costo produce non possiamo andare avanti. E un europarlamentare non può discuterne se non conosce la realtà. Ben venga quindi l’incontro a Montegranaro, ma è nelle fabbriche che i politici dovrebbero entrare. Noi, come imprenditori, siamo pronti ad accoglierli se vogliono capire prima di parlare”.

 

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