Grottammare (Ap).- Ascanio Celestini in “Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato” chiude con un nuovo tutto esaurito sabato 20 aprile al Teatro delle Energie il cartellone Scene d’Artista proposto da Comune di Grottammare e AMAT con il contributo di MiC e Regione Marche e con la collaborazione di Profili Artistici.
Scritto e diretto da Celestini, lo spettacolo è prodotto da Fabbrica, Fondazione Musica per Roma e Teatro Carcano su commissione dal Comitato Nazionale Greccio 2023 per gli ottocento anni del primo presepe (1223 – 2023). Le musiche sono di Gianluca Casadei, la voce di Agata Celestini, le immagini dipinte sono di Franco Biagioni, il suono di Andrea Pesce, le luci di Filip Marocchi, organizzazione di produzione Sara Severoni.
«Francesco si chiama Giovanni» scrive nella presentazione l’attore e narratore romano. «Nasce da una madre francese quando il padre sta in Francia a vendere stoffe pregiate. Così lo chiamano “francesco”, insomma un figlio francese che si legge tanti libri della letteratura cavalleresca. Diventa cavaliere, o vorrebbe diventarlo, va in guerra, ma finisce in galera. Quando esce dal carcere deve ricostruire le case dei nobili che il popolo ha cacciato da Assisi e impara a fare il muratore. Così diventa il santo che impara a ricostruire la Chiesa di Dio in terra.
Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?
Ma dov’è che cerca i suoi personaggi? Guarda in basso, nel parcheggio davanti alla finestra della sua casa popolare. I personaggi sono tanti e condividono lo stesso asfalto, la stessa condizione umana. Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta. La Signora delle Slot, rumena arrivata in Italia come prostituta che s’è ricomprata la propria libertà. Lo zingaro che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma, accanto alla fontanella, davanti al bar. Perché Francesco non sceglie di essere soltanto povero, ma servo dei poveri sapendo che i poveri non cercano servi, ma fratelli. Frati insomma.
Nella notte di Natale del 1223 Francesco ha fatto in quel piccolo paese (Greccio, in provincia di Rieti) il suo primo presepe. Un bue, un asino e una mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di poveri.