Cessione dei crediti da Superbonus, un’odissea per le imprese

Macerata.- Le imprese del comparto edile sono molto preoccupate per le difficoltà che stanno affrontando nella cessione dei crediti da Superbonus legati al Sisma “Abruzzo” e “Italia Centrale”. A lanciare l’allarme, nel corso di una conferenza stampa, sono Confartigianato Anaepa Macerata–Ascoli Piceno–Fermo, Ance e Cna Costruzioni, in un appello condiviso dagli Ordini professionali degli Architetti, dei Geometri e degli Ingegneri del territorio.

Il punto che sta creando maggiore insicurezza nel mercato, spiegano, è l’art. 4-bis, commi 1-3, D.L. n. 39/2024, che pone il divieto di “compensazione per banche, intermediari finanziari, società appartenenti ad un gruppo bancario ed imprese di assicurazione, dei crediti d’imposta derivanti da sconto/cessioni delle detrazioni edilizie con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”.

“Moltissime ditte si trovano oggi a dover ridiscutere plafond già assegnati da banche o intermediari – dicono Associazioni di categoria e Ordini professionali -: il rischio è che tali operazioni vengano cancellate, con conseguenze disastrose per il tessuto imprenditoriale”.

Le imprese che hanno in carico dei cantieri con istanze o dichiarazioni presentate prima del 29 marzo 2024, ma allo stesso tempo anche quelle che le hanno presentate successivamente o che le presenteranno, non possono iniziare nuovi lavori se non hanno la certezza che il credito verrà acquistato.

A preoccupare sono anche gli interventi che sono stati da poco avviati, che con molta probabilità non saranno terminati entro il 31 dicembre 2025, tenuto conto che le opere di ricostruzione pesante possono durare anche fino a 4 anni. L’attuale normativa, che non prevede l’utilizzo degli incentivi fiscali per le spese che saranno sostenute oltre il 2025, pone tanto le imprese quanto i committenti in una situazione di elevato rischio: tale situazione potrebbe lasciarci in eredità una serie di opere incompiute, mancando così l’obiettivo stesso della ricostruzione. Delle specifiche misure transitorie potrebbero scongiurare questo esito.

Associazioni e Ordini si augurano quindi dei correttivi, per non affossare uno dei mercati più importanti per il territorio e per dare linfa ad una ricostruzione che negli ultimi anni aveva visto un virtuoso cambio di passo, a vantaggio delle comunità locali.

 

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