Ascoli.- «Prorogare il blocco dei licenziamenti dopo la scadenza di fine giugno, per evitare una nuova ondata di licenziamenti e progettare un nuovo modello di sviluppo per il Piceno, investendo di più in formazione e colmando anche il divario nelle infrastrutture ».
E’ quanto auspica Barbara Nicolai, segretaria provinciale della Cgil di Ascoli per il futuro prossimo dell’Ascolano. Un territorio dove tra il 2019 e il 2020, si sono persi altri 3 mila posti di lavoro, soprattutto tra i precari, le donne e le fascie più deboli. E dove sono aumentati anche gli inattivi – residenti che non cercano più lavoro, tra i giovani tra i 15 e i 29 anni e gli over 50 anni.
«Per questi ultimi in particolare – è convinta la Segretaria Cgil occorre un programma mirato di formazione e riqualificazione, che li aiuti a ricollocarsi nel mondo del lavoro. Non può bastare l’attesa crescita del comparto edilizio, anche perché spesso si tratta di lavoratori non hanno la professionalità per inserirsi in questi mercati».
Un problema rilevante, quello sollevato da Barbara Nicolai, che si collega anche all’offerta di lavoro che realmente esistente nel territorio piceno. Con decine di aziende in sofferenza in molti comparti, dal manifatturiero a quello dei servizi, del commercio, del turismo. Da qui l’urgenza di pensare ad un nuovo futuro per l’economia locale, che non si potrà prescindere da una base manifatturiera , con riferimento alla metalmeccanica e al distretto agroalimentare, affiancate da servizi, turismo destagionalizzato ed edilizia.
I fondi europei del Recovery Fund, secondo la Segretaria Cgil di Ascoli , dovranno essere investiti nel modo giusto, nell’economia produttiva e nelle infrastrutture.