Ascoli Piceno 15 settembre.- ” Il Recovery Fund rappresenta una straordinaria occasione per tornare a crescere, rimuovendo ostacoli di carattere strutturale che penalizzano da troppo tempo lo sviluppo delle attività economiche e la qualità della vita. E’ una occasione da non perdere. Ma bisogna utilizzare poi al meglio le risorse che arriveranno alle Marche.” Lo afferma il presidente provinciale della Cna di Ascoli, Luigi Passaretti.
“Quello che serve è impiegare le rilevanti risorse in interventi in grado di generare un impatto duraturo. Bisogna evitare di ripetere gli errori del passato nell’utilizzo dei fondi strutturali, disperdendo le risorse in tanti rivoli sena capitalizzarne i benefici”.
Per la Cna è necessario che le piccole imprese siano destinatarie di interventi specifici come ha riconosciuto la stessa Commissione europea. “Occorre potenziare il Piano Transizione 4.0 così come il credito d’imposta per attività di formazione. Sul credito- aggiunge il presidente- la Cna ribadisce l’esigenza di istituire un fondo rotativo sotto la gestione dei Confidi vigilati da Banca d’Italia e finalizzato a erogare finanziamenti a micro imprese per importi fino a 50mila euro. Occorre una nuova strategia su ricerca e innovazione per avvicinare le imprese, anche le più piccole, ai temi dello sviluppo tecnologico senza il quale si rischia sempre più di essere tagliati inesorabilmente fuori dai mercati europei e internazionali.”
Nel frattempo, nel primo semestre del 2020 il Piceno ha triplicato il volume delle importazioni rispetto a quello delle esportazioni. “La crisi Covid rischia di evidenziare senza più possibilità di dilazioni temporali – spiega il direttore Francesco Balloni- il gap produttivo e di marketing delle nostre medie, piccole e soprattutto micro imprese. Le risorse che arriveranno dalla Ue con il Recovery Fund dovranno quindi essere utilizzate immediatamente per il nostro territorio. Il rischio è una recessione irreversibile e un gap con il resto del mondo che sarà davvero difficile colmare”.
Dei 209 miliardi all’Italia – una parte da restituire con gli interessi – si stima che alle Marche ne potrebbero arrivare non meno di 8-9 miliardi. Ma questo non prima del prossimo anno.