Ancona 17 marzo.- Il decreto “CuraItalia”, contenente le misure a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese per contrastare gli effetti dell’emergenza coronavirus sull’economia, a giudizio della Cna Marche, è solo un primo passo nella direzione auspicata.
“Le risorse messe in campo, 25 miliardi, seppure importanti,” sostiene il segretario regionale Otello Gregorini “non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese con interventi adeguati alla drammatica gravità della situazione”.
Gli interventi che spaziano dalla sospensione dei versamenti, al sostegno al credito, agli ammortizzatori sociali , secondo l’associazione vanno indirizzati con maggiore incisività a favore del lavoro autonomo, delle attività di minore dimensione e delle filiere (turismo, trasporti, ristorazione, cinema e cultura) che più di altre stanno già subendo i colpi di questo blocco totale delle attività e degli incassi.
“Non possiamo che considerare il decreto” precisa Gregorini “come l’inizio di misure più durature e robuste che diano maggiore liquidità alle imprese a partire dalla riduzione dei carichi fiscali e contributivi innalzando la soglia dei 2 milioni di ricavi per la sospensione dei pagamenti. Le risorse messe in campo sinora appaiono sproporzionate rispetto all’enormità dei danni che stiamo sopportando e che sono destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi per mesi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione del Paese. Ci sarà quindi presto bisogno di una manovra di ulteriore stimolo e sostegno all’economia di proporzioni mai sperimentate in precedenza.”
Anche per Cna, in questo momento è necessario che l’Europa, di fronte ad un dramma comune a tutti gli Stati membri, faccia di più , costruendo “ risposte di grande respiro sul piano delle risorse, della ricerca e delle regole a partire dall’immediata sospensione del patto di stabilità, per proteggere e rilanciare il nostro continente. “