Coldiretti plaude al Governo. “Decreto Semplificazioni difende il cibo made in Italy”

Ancona 30 gennaio. Con il voto favorevole del Senato al Dl Semplificazioni passa anche l’etichetta salva Made in Italy. Ora si attende l’esame della Camera dei Deputati, ma Coldiretti esprime già la sua soddisfazione per “una battaglia portata avanti da anni e che sta per concretizzarsi.”
Quello dell’indicazione di origine obbligatoria in etichetta, inserito nel testo è un tema caro alla maggiore associazione agricola italiana ed europea, oltre a tutti i consumatori, che sono favorevoli al provvedimento. Ma dovrebbe esserlo anche ai produttori e a quelle che Coldiretti definisce “agroindustrie sane, votate all’etica e alla qualità delle produzioni che potranno far valere la genuinità del cibo e il loro saper fare sui mercati senza correre il rischio di essere confusi con altre produzioni di dubbia origine e fattura. “
E tuttavia non tutto è ancora stato risolto, a beneficio della qualità e del made in Italy.

“Nonostante i grandi risultati ottenuti con l’approvazione dei decreti per l’indicazione dell’origine di pasta, latte e derivati, riso e pomodoro – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – un quarto della spesa resta ancora anonima. Per dare respiro economico alle aziende agricole e per garantire la sicurezza alimentare ai cittadini, è sempre più necessaria l’estensione della trasparenza a tutte le produzioni agroalimentari, anche in ambito europeo. “

Proprio per questo Coldiretti è in campo per raccogliere le firme dei cittadini nell’ambito della petizione Eat original! Unmask your food che chiede all’Ue una legge sull’obbligatorietà di indicare l’origine del cibo in etichetta. Nelle Marche sono già circa 13mila le persone che dagli stand dei mercati di Campagna Amica hanno firmato la petizione. L’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2001 dopo l’emergenza mucca pazza. Da allora molti progressi sono stati fatti ma resta l’atteggiamento incerto e contraddittorio della stessa UE.

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