L’Europa conviene a tutti. Alle imprese perchè permette di sfruttare un mercato di 523 milioni di persone, senza dazi e senza barriere. Ai cittadini e ai consumatori perchè aumenta la concorrenza in tutti i settori e riduce i prezzi di beni e servizi. A tutti indistintamente perchè garantisce, come accaduto negli ultimi 70 anni, pace e libertà a tutti i popoli che ne fanno parte.
E’ quanto sostiene Confindustria Centro Adriatico, che attraverso il Gruppo giovani imprenditori ha organizzato ad Ascoli un interessante convegno sul tema “L’Europa è vicina”. Certo, hanno sostenuto delegati ed esperti intervenuti all’incontro coordinato da Massimiliano Ossini, resta il problema della burocrazia e di un apparato Ue che a volte non sembra favorire il processo politico ed economico di integrazione continentale, su scala paritaria. Un problema che ha provocato forte sfiducia nelle masse di molti Paesi aderenti, Italia compresa. Tanto da portare negli ultimi anni ad una crescita marcata dei partiti e dei movimenti euroscettici che forse nessuno si attendeva in tali dimensioni ( e alla sofferta Brexit in Gran Bretagna).
Ma la strada, hanno affermato gli esponenti di Confindustria – dal presidente Simone Mariani e al responsabile uscente dei Giovani ,Massimiliano Bachetti, ad Alessio Fontana, del Centri studi nazionale – è ormai tracciata. E si tratta adesso, secondo loro di applicare riforme e aggiustamenti che migliorino il funzionamento della macchina Ue e la collaborazione tra gli Stati, in funzione di sfida alla concorrenza globale di Cina, Usa e India.
Anche perchè alle ultime elezioni di domenica scorsa, come ha ricordato il delegato a Bruxelles degli stessi industriali, Carlo Pirrone – non si è ista quella rivoluzione sovranista che alcuni avevano previsto. Perchè se un calo c’è stato dei due maggiori gruppi al Parlamento europeo di Strasturbo, cioè quello Popolare e quello Socialista, non solo essi restano i due partiti maggiori, ma potranno godere dell’appoggio dell’accresciuto gruppo dei Liberali dell’Alde, rinforzati dal partito di Macron. E forse anche, si ipotizza a Bruxelles, degli stessi Verdi che hanno raddoppiato i consensi.
Il problema per l’Italia, secondo Pirrone, è che il boom di deputati della Lega confluirà in gruppo parlamentare di estrema destra minoritaria nell’assemblea, risultando poco influente sulle scelte finali. E questo, unito alla forte riduzione dei deputati di Pd e Forza Italia, preoccupa molto gli industriali italiani. I quali ricordano che nei prossimi mesi si faranno tutte le nomine più importanti nelle istituzioni europee, dalla Bce (Draghi in scadenza) al Presidente del Parlamento ( Tajani ) ai Commissari Ue. Per questo Confindustria ha chiesto che l’Italia abbia almeno un Commissario di peso, meglio se all’industria e commercio. Ma ora sarà tutto più complicato, considerando i rapporti di forza instaurati. A meno che l’Italia di Salvini e Di Maio non alzi la voce come governo e come nazione, facendo secondo noi quello che spesso hanno fatto Germania e Francia insieme, indirizzando le politiche europee in vari ambiti (immigrazione compresa).
Merito al sindaco di Ascoli uscente, Guido Castelli, di aver ricordato nel suo saluto al convegno, che il Trattato di Acquisgrana firmato il 22 gennaio da Merkel e Macron ( e passato quasi sotto silenzio..) non fa che rafforzare la cooperazione tra i due maggiori Paesi dell’Ue, nel loro interesse nazionale e reciproco. Di certo il sogno degli “Stati Uniti d’Europa” che fu dei padri fondatori e soprattutto di molti antifascisti italiani che redassero in prigionia il “Manifesto di Ventotene”, è ancora lontano dal realizzarsi.