Fermo 12 febbraio.- La Cina per la prima volta da molti anni sta perdendo produzione industriale, in particolare nell’ambito del tessile abbigliamento. Questo a causa dell’emergenza coronavirus, che avrà un impatto sull’economia mondiale di certo per alcuni mesi. Una situazione che potrebbe favorire un rilancio delle attività italiane, nel caso ci attrezzasse per tempo e le imprese possano beneficiare di un taglio del costo del lavoro in grado di farle competere con le realtà manifatturiere di altri Paesi. Un discorso che vale soprattutto per il comparto calzaturiero marchigiano, in seria difficoltà negli ultimi anni.
“Bisogna trasformare l’imprevisto in opportunità- dice il vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico, Giampietro Melchiorri L’emergenza coronavirus cambierà il mercato mondiale e al momento la Cina non ha ripreso la sua normale attività. Per questo dobbiamo farci trovare pronti – aggiunge l’imprenditore fermano – e sfruttare le capacità non replicabili del nostro distretto. “
Ma secondo Melchiorri, per sfruttare questa occasione nuova, ed evitare che le produzioni finiscano in Spagna, Albania, Turchia occorre risolvere un problema : l’alto costo del lavoro.
“Dobbiamo riuscire ad abbassarlo – afferma l’imprenditore. Il modo c’è e ne parleremo con i vertici del Mise fin dalla prossima settimana. Partendo dall’area di crisi complessa per il Fermano Maceratese, in via di definizione con la firma prevista nel giro di poche settimane. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – continua Melchiorri – ha spiegato che ci sono già a bilancio dell’Ice circa 300 milioni, che potranno essere utilizzati per aiutare le aziende che hanno rapporti stretti con la Cina a riorientare il loro business. Ma questo non basta, serve una misura mirata per almeno sei mesi: uno stanziamento di risorse ingente, 100 milioni di euro, che permetta al settore pelli e calzature di tagliare il costo del lavoro. Diventeremmo competitivi sul prezzo e giocando ad armi pari potremo far emergere le nostre capacità.”