“Un provvedimento che penalizza in modo significativo quella flessibilità del mondo del lavoro che è condizione necessaria per garantire la competitività delle nostre aziende”. Così Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche, commenta il cosiddetto “Decreto Dignità” appena licenziato dal Governo, su proposta del Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio .
“Fatta salva l’ analisi puntuale che ci riserviamo di fare dopo che il provvedimento avrà passato l’iter necessario, il decreto ci sembra distonico rispetto al trend dell’organizzazione del lavoro determinata dall’evoluzione tecnologica in atto. Nell’era Industria 4.0 cambia la concezione del rapporto di lavoro, passando da una logica di scambio “salario- tempo” ad una di scambio “prestazione-tempo”. Le aziende hanno sempre più bisogno di risorse pensanti, motivate e competenti. ”
Dunque, per Schiavoni la dignità del lavoro non dipenderebbe “dal tempo di lavoro e dalla sua durata, ma è un valore in sé che va sempre salvaguardato. Pensare che la dignità sia solo in funzione della sicurezza genera differenze non giustificabili verso i lavoratori tutti. ”
Eppoi il presidente di Confindustria Marche , arriva una considerazione finale dal carattere politico più che economico, che già i vertici industriali locale e nazionali avevano espresso nelle settimane scorse : “Capisco che la lotta al precariato sia un cavallo di battaglia del nuovo Governo e ribadisco che noi imprenditori siamo i primi a prediligere i contratti a tempo indeterminato: siamo abituati ad investire sulle persone e a capitalizzare il nostro investimento. Altro che inasprimento della rigidità in uscita, così come di quella in entrata : questo decreto non favorisce né il lavoratore né il datore di lavoro. ”